venerdì 19 aprile 2013

Avrei preferito sbaglarmi


Ho votato Movimento 5 Stelle con un groppone in gola e mille indecisioni - che sinceramente ho ancora - perché la mia alternativa sarebbe stata il non voto, non essendoci nella rosa di candidati alcuno che mi rappresentasse in toto, neanche appunto lo stesso Movimento 5 stelle. Le ragioni per cui l’ho fatto le ho dette, e nei giorni successivi alle elezioni ho ben vacillato. Nonostante questo continuavo a non capire la campagna di demonizzazione mediatica attuata nei confronti degli eletti 5 stelle. Ho continuato a cercare un dialogo – non uno scontro, non una chiusura totale - con persone a me vicine che avevano votato PD o Sel, per capire, per analizzare, per cercare di cambiare la mia idea anche e le mie motivazioni su un voto che, ripeto, non ho dato con leggerezza e convinzione. Ho avuto tanti dubbi, ho sentito parlare persone che effettivamente avevo votato io ma non ne stavano prendendo una, ma ho anche sentito discorsi che mi han resa contenta del voto che avevo dato. Dubbi comunque ne son rimasti e ne rimangono ancora e sono aperta ancora ad un dialogo, che credo sia il modo migliore di capire e capirsi senza quella che ritengo l’ignoranza di attacchi spregiudicati e a senso unico, senza dubbi, senza messe in discussioni. E ripensando all’accanimento con cui tanti amici, giornalisti, scrittori, persone in genere, hanno attaccato il Movimento cinque stelle, senza fermarsi a dialogare, senza guardare ad altro (ad esempio all’ennesimo inciucio Pd/PdL), in questo momento mi fa un po’ rabbia. Perché se per chi è di sinistra è tanto importante essere di sinistra – e guai a dire che non c’è differenza alcuna, in questo moemnto storico, tra destra e sinistra – come si può essere così chiusi, così sordi, così ciechi, ad una esigenza tanto evidente della popolazione italiana: quella del cambiamento. Io non credo che Grillo sia una soluzione e non credo che tutti i suoi candidati siano persone valide e non credo tante altre cose su questo movimento che ho votato con mille titubanze. Ma sono sempre rimasta aperta ad un dialogo, ad un tentativo di comprensione che invece tanti a sinistra non hanno voluto accettare. La sinistra del PD, non tutta ma tanta parte di essa – e parlo di persone che conosco anche, non solo per astrazione – ha impiegato gli ultimi mesi in una battaglia contro il Movimento 5 Stelle senza aprirsi a dubbi, a esami di coscienza o ad analisi dei problemi interni. Sinceramente l’ho trovato allora come ora, decisamente ottuso ed arrogante come atteggiamento.
Ad oggi nonostante tutto, avrei preferito che fossi stata io a sbagliarmi. Pensavo che il PD facesse schifo, come ha fatto per gli ultimi 20 anni, eppure rimango stupita io stessa del mio sbigottimento di fronte ai fatti degli ultimi giorni, nonostante abbiamo vent’anni alle spalle di inciuci con il PDL ben peggiori.
Non mi va e non mi piacerebbe scrivere – e spero che nessuno lo faccia – ve lo avevamo detto, Grillo aveva ragione, sono tutti uguali. Ma quante persone lo stanno pensando, ora? E’ questo il problema. Stiamo consegnando l’Italia a Berlusconi – e allo scempio - per il ventesimo anno di fila. Ma allo stesso modo ormai si può dire, stiamo consegnando l’Italia al PD – e allo scempio – per il ventesimo anno di fila.
Se per questo mi mettessi ad attaccare senza sosta e senza dialogo farei la stessa cosa che tante, troppe persone hanno fatto negli ultimi mesi, senza analizzare il cancro che avevano nella loro sinistra intoccabile, quella a cui non si può dire che sono tutti uguali. Ma la stessa sinistra che, ancora una volta, sta di nuovo regalando il paese – e la libertà – a Berlusconi e a tutte quelle sanguisughe della politica italiana degli ultimi 20 anni.
Non penso che continuare ad accanirsi gli uni contro gli altri sia risolutivo di niente ma penso che un primo passo possa essere quello – di tutti – di abbassare le creste, di fare un passo indietro dal “so tutto io ed io solo ho ragione”, dal mettersi in gioco e dal dialogare partendo dal presupposto che mi ha spinto a votare 5 stelle: la classe politica degli ultimi 20 anni ha distrutto il paese, e Berlusconi non è lui solo il problema perché non è mai stato da solo (basta leggere, basta informarsi e guardare alla storia per rendersene conto) ma ha sempre avuto l’appoggio di una pessima sinistra.
Lo avevo già scritto ma lo ripeto, per me il termine sinistra, la storia della sinistra, sono valori in cui credo e che distinguo nettamente da quelli della destra. Ma se questi valori sono stati presi e messi sotto i piedi da una classe dirigente ignobile – e non solo quella di ora perché era già successo prima – allora anche io dico che sono tutti uguali, che bisogna ascoltare la disperazione della gente che non ce la fa più di inciuci e che bisogna radere al suolo per poter costruire qualcosa di buono. Il Movimento 5 stelle può essere un buon punto di partenza per radere al suolo? Fa paura anche a me, ma a questo punto di chi altro vogliamo fidarci? Abbiamo alternative? Ho letto, ascoltato, riflettuto su tutte le miriadi di attacchi che sono arrivati ai 5 Stelle, alcuni sensati altri meno. Ma arrivata a questo punto, sinceramente, io continuo a pensare quello che avevo pensato al momento del voto, per l’ennesima volta: cambiamo le persone, con tutti i non validi inclusi, ma almeno cambiamo. Decostruire per poi cercare di ricostruire. E per costruire una vera nuova cultura di sinistra , secondo me, non serve accanimento, presunzione, chiusura. Questa non è la sinistra – e lo dico pensando a chi di sinistra attacca ma anche a chi del Movimento 5 Stelle si chiude – la sinistra per me è cultura ma senza presunzione, senza snobbismo e con apertura mentale, è sapersi mettersi in discussione e sapersi mettere da parte per guardare, apertura all’altro e al diverso,  è essere modesti, cercare il giusto e l’equo tra tutti, analizzare e riflettere anche su cose che non sembrano appartenerci. La sinistra è apertura mentale, è ascolto, è analisi e riflessione. Tutto l’opposto di quello che la politica italiana ha offerto negli ultimi 20 anni. Tutto l’opposto di quello che l’Italia tutta ha offerto negli  ultimi 20 anni. E se le vere rivoluzioni partono dal basso, anche quella di restaurare, di riformare una nuova classe dirigente parte dal basso. Perché siamo noi, nelle nostre piccole vite che facciamo la differenza e che educhiamo i nostri figli, i nostri amici, i nostri conoscenti, i nostri familiari, i nostri vicini, ad una vera cultura di sinistra. Solo noi possiamo cominciare a ricostruire il giusto, dalle macerie ormai siamo circondati. Mettiamoci a lavoro.

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