martedì 14 aprile 2015

Baku

Eclissi Lunare.

Ecco, queste parole più che “a singhiozzo” sono in definitiva “ad ogni Eclisse Lunare”.
E forse proprio questa Eclisse Lunare con le sue strane congiunture mi costringe a star bloccata in aeroporto, sperando di riuscire in qualche modo a patire per l’Italia.

Sono a Baku, Azerbaijan. Ma facciamo un passo indietro.

L’ultima volta ero in Corsica, in Vacanza, in tenda. 16 Settembre 2013.
Son passati quasi due anni.
Non ricordavo quasi più di avere un blog, né tanto meno ricordo come funziona….
E son passati un sacco di posti e cose da raccontare in mezzo….la Russia, Mosca, Sochi e le Olimpiadi invernali, la Cina, la Mongolia, la Sardegna perché no, ed ora l’Azerbaijan.

Son rimasta senza parole in questi quasi due anni? No, ci sono eccome, ma è stato molto più semplice scriverle a mano, soprattutto durante i viaggi non lavorativi i taccuini sono migliori compagni e l’idea di ricopiare rende la cosa un po’ finta. Probabilmente questi ultimi due anni di viaggi rimarranno sulla carta. 
Nel frattempo è già da un po’ che avevo voglia di ricominciare con il blog ed eccomi annoiata e bloccata in aeroporto in attesa di partire.

Cosa faccio a Baku e come sono finita in Azerbaijan.
Cerimonie, come sempre, per i primi giochi Olimpici Europei che ci saranno a Giugno 2015. 
L’Azerbaijan è difficile da pronunciare per alcuni, ancor di più da focalizzare su una cartina geografica, per altri è difficile immaginarselo europeo.
Per quanto mi riguarda lo conoscevo solo per uno scalo a Baku nel 2011 mentre mi stavo recando in Turkmenistan per un lavoro.
Mi ricordo che non avevo la minima idea di dove fosse Baku ed avevo visto una marea di fiamme di pozzi di petrolio illuminare il buio della notte durante l’atterraggio.

Mi aspettavo un po’ questo prima di partire, una regione terrosa con pozzi di petrolio qua e là. Ed in parte lo è.
Ma la città in sé è molto più europea di quanto ci si possa immaginare, quanto meno il centro. C’è il Petrolio e quindi c’è l’occidente tutto a lavorare, il centro della città è prettamente per expat impiegati nelle compagnie petrolifere o nei vari giri economici ad esse connessi. Si trova di tutto ma a prezzi decisamente elevati, soprattutto per un locale.

Il centro storico, la città vecchia, è patrimonio Unesco. È molto carino, ma con una concezione che ho ritrovato spesso in tutto il Medio Oriente e oltre, il governo ha raso a suolo quella che era la vecchia città vecchia, per costruirne una nuova. Spesso mi è capitato di notare quanto in molti paesi il vecchio, l’antico, è considerato senza valore, decaduto. E conservarlo non è nella cultura, piuttosto si distrugge e si ricostruisce tale e quale a prima. Di conseguenza, la città vecchia di Baku di vecchio ha ben poco, sembra piuttosto il set di un film, rimane comunque molto piacevole per una passeggiata.

Sullo sfondo della città vecchia, si apre inolte uno degli edifici più famosi di Baku le Flame Towers, 3 grattecieli a forma di fiamma ricoperti di schermi led che spesso riproducono esattamente una fiamma.

Musei, grattacieli, palazzi più o meno europei o arabeggianti, comunque ben mantenuti sono il centro.

Ma in Baku sembra esserci anche tanto di finto….e in periferia c’è decisamente un’altra Baku.
Leggete questo interessante Blog:

Rimane una città vivibile, da un punto di vista Europeo ma non solo, ed un grande incrocio di culture, Turca e Russa principalmente. Un incrocio di religioni in cui l’Islam è la più forte, ma un Islam quasi invisibile (per lo meno nel centro della città…), segue poi il cristianesimo ortodosso di derivazione Russa (sino al 1991 l’Azerbaijan è stato parte dell’ex Unione Sovietica).
Anche architettonicamente si nota questo incrocio di Medio Oriente, Europa, Russia….c’è un po’ di tutto ed una popolazione a maggioranza bilingue (Azero, Russo) se non addirittura trilingue (Azero, Russo, Turco).
Dell’Azerbaijan non so dire molto di più, un odio profondo con l’Armenia, sul quale non mi pronuncio anche perché non ne so abbastanza ancora….
Un paese che si sta arricchendo grazie al petrolio ma con mille problematiche connesse a questo arricchimento all’Occidentale….il capitalismo è arrivato anche qua. Pochi ricchissimi ed una maggioranza che non accede alla ricchezza generale.

Una popolazione a prevalenza maschile che si nota appena cammini per strada o prendi la metro. Una popolazione che sino ad ora, almeno dalla mia esperienza, è molto accogliente e sorridente.

La metropolitana. La prima volta che sono salita sulla metro di Baku mi sono sentita come nel libro Momo di Michael Ende, per chi l’avesse letto. Un fiume di uomini neri, che spesso ti fissano con molta curiosità. Perché se da un lato la popolazione è ben abituata alla presenza di stranieri, dall’altro ci sono alcuni luoghi, come la metro, che rimangono a prevalenza locale. La metro è accessibile a tutti, costa 20 centesimi e per certi versi mi ha fatto ricordare la metropolitana di Mosca. Ogni fermata inoltre è caratterizzata da una musica diversa, una sorta di juke box che trovo un’idea geniale soprattutto per chi come me non è in grado di leggere e distinguere la lingua.

Mi sono sempre sentita sicura in questa città, nel camminare per strada, anche sola, a qualsiasi ora di giorno e anche di notte. Dicono che le donne di sera non sono use uscire se non accompagnate da un uomo, non sempre è vero, ma sicuramente la presenza femminile si riduce al calare della sera.

Di giorno e di notte ci sono posti, come dicevo della metro, o situazioni in cui ti senti osservato. Spesso ad una distanza improbabile si avvicinano persone dalle non chiare intenzioni. Le prime volte mi spaventavo, non capivo cosa volessero certe persone che si avvicinavano in un modo veramente strano….ma pian piano mi son resa conto che spesso la curiosità è solo quella di vedere una faccia diversa, dei vestiti diversi ed una lingua diversa, per questo la morbosa vicinanza di alcuni curiosi.

Baku è la città del vento. In effetti quando il vento tira, devo dire che non mi era mai capitato prima di barcollare, io che non sono proprio piccolina…un vento incredibile che trasforma spesso anche la pioggia in secchiate e che mette a dura prova qualsiasi passeggiata.

Ecco che la mia attesa in aeroporto sta per giungere al termine. Visto che ho avviato questo nuovo capitolo, proverò a proseguire. Mi attendono ancora 3 mesi in Azerbaijan, il lavoro è tanto quindi non ho grandi occasioni per andare in giro, peccato perché di cose da vedere ce ne sarebbero.

Al tempo stesso di cose da raccontare ne accadono sempre, ci proverò, con più costanza, se non alla prossima eclisse lunare, magari al prossimo singhiozzo.

Stop.


Son passate 3 settimane e non ho ancora pubblicato le parole qua sopra perché non mi piacciono.
Ed effettivamente sembrano un Bignami mal scritto di una qualsiasi guida turistica.

Poi ieri ero sul van che ci trasporta dallo Stadio al centro città. E mi è successa una cosa.
Si siede davanti, di fianco con l’autista, una bella donna, straniera.
L’autista fermo ad un semaforo prende una bomboletta di profumo, ed inizia a spruzzarsela, prima sotto le ascelle e poi ovunque, riempiendo il furgone di un odore quasi nauseante.
La cosa mi ha fatto sorridere, nonostante l’aria irrespirabile. Io l'ho decisamente collegata alla presenza di quella donna. 
Proprio mentre sorridevo ho ripensato alle parole di cui sopra che mancavano di questi dettagli, di queste piccole cose che mi è sempre piaciuto raccontare.

Dalle piccole cose, se pur a singhiozzo, proverò a ripartire.
Il tempo qua è poco, ma di piccole cose che mi fan sorridere, o riflettere, ogni giorno ce ne sono tante.
A presto quindi?


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