mercoledì 29 febbraio 2012

TAV-NO TAV. (Non) E' questo il dilemma. Uno sfogo.


Al di là dei credi,  delle fedi, delle convinzioni, della volontà di ogni singolo o di ogni parte politica ci deve essere la decenza ed il cervello.
Faccio fatica ad esprimermi, soprattutto pensando ad una persona: Luca Abbà, finito in ospedale a lottare per la vita dopo esser caduto da un traliccio mentre lottava per i propri ideali. Faccio fatica a stare qua a scrivere mentre amici, o anche, semplicemente, persone come me, a quest’ora sono in mezzo ad una strada per difendere con i denti qualcosa in cui credono: il loro futuro in primis. Il nostro futuro.
Personalmente appoggiare la causa No Tav mi sembra indiscutibile, una cosa ovvia. Ma come si può di questi tempi, in Italia, in questa Italia, in questa Europa pensare ad una grande impresa quando non riusciamo neanche ad avere piccole prospettive sul futuro. Non solo, come si può distruggere una valle con una “grande opera” quando di “grandi opere” in questo paese ce ne sono ancora mille da finire, mille abbandonate, mille colluse con aziende mafiose. Ma che credibilità può avere un governo che prevede un investimento di 22 miliardi di euro su un’opera che crea tanti dubbi e perplessità, lo stesso governo che rifiuta una candidatura olimpica per molte meno perplessità e dubbi di quelli che può creare la Tav?!
Potrei continuare a scriverne mille di motivi per cui la Tav è un progetto fuffa, che non merita di esser portato avanti….ma quello che vorrei riuscire a dire va al di là delle singole posizioni che possono essere di ogni tipo.
Essere No Tav, per quel che passa – che è quasi sempre passato - nei media principali, sembra essere oppositori, anarchici, giovani dei centri sociali. Perché non si fan vedere le migliaia di persone di sinistra, di centro, di destra, cattolici, buddisti e protestanti, giovani, anziani, meno giovani, uomini e donne, persone di ogni tipo che stanno scendendo in piazza e nelle strade per difendere una valle, per evitare catastrofi ambientali, economiche, etiche: per difendere l’Italia da un'ennesima speculazione. Il movimento No Tav non è una fazione dei centri sociali o una fazione anarchica, è un movimento a base popolare al quale aderiscono persone comuni, sindaci, pensionati, giovani, genitori…persone che hanno speranze sul futuro e un ideale da difendere, lottando se è necessario. E se delle volte la lotta si è fatta, si sta facendo in queste ore, ben più ardua, ben più dura, è anche perché non c’è stato ascolto. Anche da parte dei media. Le azioni del movimento sono spesso state descritte come manifestazioni di violenza e
di ribellione di gruppi separati e/o di infiltrati, senza mai evidenziare quanto invece il movimento sia ben radicato nella popolazione “qualunque” della valle e del paese.
I No Tav siamo tutti noi, tutti quelli che credono in un mondo migliore, nella possibilità di lasciare ai nostri figli qualcosa di buono, nella possibilità di credere che esista ancora in questo mondo, in questo momento, il diritto dei cittadini qualsiasi di contraddire, di manifestare, di porre dei dubbi e di farsi ascoltare. O anche semplicemente il diritto dei cittadini ad abitare la propria terra. Nonché il diritto dei cittadini di essere parte pensante di un paese. Stiamo vivendo in un momento storico in cui ci stanno imponendo tutto, ricordo che abbiamo un governo eletto da nessuno. I No Tav credono ancora nella possibilità di non farsi imporre qualcosa e di farsi ascoltare. I No Tav sono io, e tutte quelle persone che credono nella possibilità di lottare per difendere questo qualcosa.
E allora quanta rabbia che mi viene quando leggo i titoli di alcuni giornali di stamattina, che danno del cretinetti ad un ragazzo che sta rischiando la vita per difendere i proprio ideali o ad un sito di facebook che lo deride o ad un sito internet che lancia ridicoli sondaggi. Non meritano neanche di essere nominati, sono nulla per me. Anzi feccia. Perché si può avere pareri discordanti, la si può pensare diversamente e non essere d’accordo, ma sulla vita delle persone non si specula, soprattutto quando le persone la vita la rischiano perché credono in qualcosa. E se esiste gente capace di riderci sopra – ripeto, al di là di ogni credo - è perché, ahimé, non sappiamo più cosa significa credere in qualcosa, non abbiamo più idea di che cosa voglia dire difendere le nostre idee, qualsiasi esse siano. Forse abbiamo perso ideali. In silenzio leggiamo, guardiamo la televisione, scorriamo i titoli sulle pagine on line….forse pensiamo qualcosa forse no, ma chi, chi è capace di rischiare la vita per ciò in cui si crede? Pensavo che gli eroi non esistessero più, ma forse mi sbagliavo, perché per me è eroe chi lotta, a costo della vita, per i propri ideali, contro l’opinione comune, contro qualcosa di gigante. Chi cerca, concretamente con le proprie azioni, piccole o grandi che siano, di cambiare il mondo. Chi si scontra contro le persone “importanti” e contro quelle “comuni”  che dal proprio divano guardano la vita rotolare, non si sa più bene dove.
Gutta Cavat Lapide: la goccia perfora la pietra. Crederci è un ideale, non crederci è una sconfitta. Ma se ce ne fossero tante di gocce il mondo non potrebbe che essere migliore.
Io spero che Luca Abbà sia una tempesta di gocce che possa perforare la dura testa della gente e far sì che la montagna della Val Susa non venga mai bucata.
Ma questo è solo il mio, di ideale.

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