Al
di là dei credi, delle fedi, delle
convinzioni, della volontà di ogni singolo o di ogni parte politica ci deve
essere la decenza ed il cervello.
Faccio
fatica ad esprimermi, soprattutto pensando ad una persona: Luca Abbà, finito in
ospedale a lottare per la vita dopo esser caduto da un traliccio mentre lottava
per i propri ideali. Faccio fatica a stare qua a scrivere mentre amici, o
anche, semplicemente, persone come me, a quest’ora sono in mezzo ad una strada
per difendere con i denti qualcosa in cui credono: il loro futuro in primis. Il
nostro futuro.
Personalmente
appoggiare la causa No Tav mi sembra indiscutibile, una cosa ovvia. Ma come si
può di questi tempi, in Italia, in questa Italia, in questa Europa pensare ad
una grande impresa quando non riusciamo neanche ad avere piccole prospettive
sul futuro. Non solo, come si può distruggere una valle con una “grande opera”
quando di “grandi opere” in questo paese ce ne sono ancora mille da finire,
mille abbandonate, mille colluse con aziende mafiose. Ma che credibilità può
avere un governo che prevede un investimento di 22 miliardi di euro su un’opera
che crea tanti dubbi e perplessità, lo stesso governo che rifiuta una
candidatura olimpica per molte meno perplessità e dubbi di quelli che può
creare la Tav?!
Potrei
continuare a scriverne mille di motivi per cui la Tav è un progetto fuffa, che
non merita di esser portato avanti….ma quello che vorrei riuscire a dire va al
di là delle singole posizioni che possono essere di ogni tipo.
Essere
No Tav, per quel che passa – che è quasi sempre passato - nei media principali,
sembra essere oppositori, anarchici, giovani dei centri sociali. Perché non si
fan vedere le migliaia di persone di sinistra, di centro, di destra, cattolici,
buddisti e protestanti, giovani, anziani, meno giovani, uomini e donne, persone
di ogni tipo che stanno scendendo in piazza e nelle strade per difendere una
valle, per evitare catastrofi ambientali, economiche, etiche: per difendere l’Italia
da un'ennesima speculazione. Il movimento No Tav non è una fazione dei centri
sociali o una fazione anarchica, è un movimento a base popolare al quale
aderiscono persone comuni, sindaci, pensionati, giovani, genitori…persone che
hanno speranze sul futuro e un ideale da difendere, lottando se è necessario. E
se delle volte la lotta si è fatta, si sta facendo in queste ore, ben più
ardua, ben più dura, è anche perché non c’è stato ascolto. Anche da parte dei
media. Le azioni del movimento sono spesso state descritte come manifestazioni
di violenza e
di ribellione
di gruppi separati e/o di infiltrati, senza mai evidenziare quanto invece il
movimento sia ben radicato nella popolazione “qualunque” della valle e del
paese.
I No
Tav siamo tutti noi, tutti quelli che credono in un mondo migliore, nella
possibilità di lasciare ai nostri figli qualcosa di buono, nella possibilità di
credere che esista ancora in questo mondo, in questo momento, il diritto dei
cittadini qualsiasi di contraddire, di manifestare, di porre dei dubbi e di
farsi ascoltare. O anche semplicemente il diritto dei cittadini ad abitare la
propria terra. Nonché il diritto dei cittadini di essere parte pensante di un
paese. Stiamo vivendo in un momento storico in cui ci stanno imponendo tutto, ricordo
che abbiamo un governo eletto da nessuno. I No Tav credono ancora nella
possibilità di non farsi imporre qualcosa e di farsi ascoltare. I No Tav sono
io, e tutte quelle persone che credono nella possibilità di lottare per
difendere questo qualcosa.
E
allora quanta rabbia che mi viene quando leggo i titoli di alcuni giornali di
stamattina, che danno del cretinetti ad un ragazzo che sta rischiando la vita
per difendere i proprio ideali o ad un sito di facebook che lo deride o ad un
sito internet che lancia ridicoli sondaggi. Non meritano neanche di essere
nominati, sono nulla per me. Anzi feccia. Perché si può avere pareri
discordanti, la si può pensare diversamente e non essere d’accordo, ma sulla
vita delle persone non si specula, soprattutto quando le persone la vita la
rischiano perché credono in qualcosa. E se esiste gente capace di riderci sopra
– ripeto, al di là di ogni credo - è perché, ahimé, non sappiamo più cosa
significa credere in qualcosa, non abbiamo più idea di che cosa voglia dire
difendere le nostre idee, qualsiasi esse siano. Forse abbiamo perso ideali. In
silenzio leggiamo, guardiamo la televisione, scorriamo i titoli sulle pagine on
line….forse pensiamo qualcosa forse no, ma chi, chi è capace di rischiare la
vita per ciò in cui si crede? Pensavo che gli eroi non esistessero più, ma
forse mi sbagliavo, perché per me è eroe chi lotta, a costo della vita, per i
propri ideali, contro l’opinione comune, contro qualcosa di gigante. Chi cerca,
concretamente con le proprie azioni, piccole o grandi che siano, di cambiare il
mondo. Chi si scontra contro le persone “importanti” e contro quelle “comuni” che dal proprio divano guardano la vita
rotolare, non si sa più bene dove.
Gutta
Cavat Lapide: la goccia perfora la pietra. Crederci è un ideale, non crederci è
una sconfitta. Ma se ce ne fossero tante di gocce il mondo non potrebbe che
essere migliore.
Io
spero che Luca Abbà sia una tempesta di gocce che possa perforare la dura testa
della gente e far sì che la montagna della Val Susa non venga mai bucata.
Ma
questo è solo il mio, di ideale.