Ancora non so, non sappiamo, nulla sul risultato definitivo delle
elezioni politiche 2013 ma, per quel che mi riguarda, sono già una sconfitta,
totale. Il fatto che ci sia ancora così tanta gente che voti Berlusconi, la
Lega, il Pdl, per me è un’amara, nuova consapevolezza. Forse sono ingenua ma
non me l’aspettavo. Significa che c’è ancora tanta, troppa gente che non si
rende conto, che vive in una beata ignoranza e nell’illusione di un paese e di
una vita da sogno. Significa che le persone oltre a stare male cercano di
avvicinarsi ad un eventuale miglioramento con la via più facile, più rapida,
senza pensare al futuro, senza pensare al passato, senza pensare. Mi ero illusa
che dopo 20 anni, anche quelle persone che all’inizio un po’ nel sogno ci
avevano creduto, si sarebbero rese conto che i sogni non si vincono al super
enalotto e che tutt’al più si può sudare, faticare per cercare di guadagnarseli
o di avvicinarcisi un po’. E continuare a spendere i soldi per tentare la
fortuna al superenalotto potrà pure continuare a farci sognare, potrà pure
essere divertente, ma al tempo stesso ci sta buttando sul lastrico, non solo
economico ma anche culturale. Ed è proprio il lato culturale di questo paese
che secondo me si sta sgretolando a tal punto da inghiottire, nell’ignoranza,
tutto il resto: la politica e quel che ne segue. Sono convinta che la cultura
sia l’unica base, la prima, di un sistema, civile, politico e di valori che non
crolli e non cada su se stesso.
Cultura non significa necessariamente essere intellettuali, sapientoni,
presuntuosi sottuttoio. Cultura viene dal latino colere, che significa
“coltivare”, ed ora come ora, vinca o non vinca Berlusconi, bisogna ammettere
che lui è riuscito a coltivare bene, nelle menti di tanti italiani, l’idea di
quel sogno che solo lui può avverare, di quei soldi immediati e facili che solo
lui può dare, o restituire.
Tutti gli altri, ed in particolare la coalizione del PD, hanno in qualche
modo avuto una sconfitta, non tanto per i numeri ma soprattutto perché non sono
stati capaci di “coltivare”, hanno forse perso troppo tempo ad accusare.
Ed ora, ancora, inizierà lo solita gara alle colpevolezze. La sinistra
italiana, come sempre, al posto di fare un mea culpa, al posto di costruire e
coltivare un antidoto, un sogno migliore, sarà schierata in massa a
colpevolizzare gli altri, in particolare Grillo ed il Movimento 5 stelle (che
tra l’altro, a mio parere, ha rubato più voti a Berlusconi che alla sinistra:
capace pure che senza M5S Berlusconi avrebbe ottenuto molti più voti). Per la
sinistra italiana dovrebbe essere un’enorme sconfitta (se pur vincessero
numericamente le elezioni) i tanti troppi voti della coalizione PdL ed anche i
moltissimi presi dal M5S. Dovrebbero interrogarsi su questo, e sul perché, al
massimo, la gente non li abbia dati a loro quei voti, al posto di darli a
Berlusconi, o a Grillo. Ma questo non avverrà mai, in questo paese si parla
tanto ma è così difficile ammettere le proprie colpe, le proprie debolezze, le
proprie incapacità. Si fa l’opposto, si attaccano gli altri, e questo ancora
una volta non ci porterà da nessuna parte.
Basta dire è colpa del voto di protesta, è colpa di Grillo (che
potrebbe dire lo stesso, è colpa del Pd..), è colpa di questo o di quello.
Iniziamo a “coltivare” questo paese e soprattutto la gente che ci vive. È
l’elettorato che è sbagliato, e con degli elettori così vincerà Berlusconi o
chi al posto suo per anni ed anni. Chiunque voglia fermare questo declino, deve
smetterla di accusare, accettare ciò che le persone pensano, vogliono e sognano
e cercare, se veramente si vuole cambiare, di “coltivare” persone nuove, di
creare una nuova cultura, fatta di nuovi valori e di nuovi sogni. È un arduo
compito politico che non è più solo nelle mani dei leader. È nelle mani nostre,
di noi tutti, noi amici, noi fratelli e sorelle, noi figli, noi genitori, noi
mariti e mogli, coltiviamoci, noi che la pensiamo diversamente, smettiamo di
attaccare e creiamo dialoghi, creiamo una cultura nuova, passo per passo,
attraverso le piccole cose sino ad arrivare alle grandi.
Solo una volta ricostruita una cultura più forte - un’anti-cultura più
forte fatta di pensieri, parole, ragionamenti, capacità critiche e valutative,
anche diverse tra loro - si potranno riempire veramente di contenuti nuovi i
contenitori Destra e Sinistra che fanno la politica, quella vera. Prima di
allora c’è solo lo scontro becero, quello delle tifoserie delle peggiori
squadre calcistiche, che si attaccano e basta, per il gusto di attaccarsi. La
politica ora sembra questo, uno scontro tra squadre e tifosi. Ma finché non
cambiano gli elettori non potrà cambiare neanche la politica. Se le persone
chiedono calcio, è questo ciò che ottengono, è inutile criticare Grillo,
Berlusconi, Bersani o chicchessia. I primi a doverci criticare siamo noi
stessi, quelli che votano. Aiutiamoci tutti a diventare dei richiedenti
politica, cultura politica. Aiutiamoci a sognare un po’ di meno e, magari, a
vivere serenamente un po’ di più, senza il bisogno di aggrapparci a disperate
illusioni di soldi facili, fama, successo.
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