martedì 26 febbraio 2013

Affinità e divergenze tra il compagno Wu Ming e Me


Da me:
Nutro profonda stima verso i Wu Ming (in calce), il loro blog, Giap, che leggo e seguo assiduamente, i loro libri, meravigliosi. In questo caso però non mi trovo d’accordo con loro, non del tutto. Sicuramente il loro post qua sotto, rispecchia molte mie paure, molti miei timori sul movimento 5 stelle, in confronto delle quali credo sia necessario, a questo punto, correre il rischio di andare oltre.
È vero che in Italia c’è una mancanza di movimenti radicali, gli Italiani da sempre fanno fatica a scendere in piazza e a ribellarsi contro ciò che fa sdegno, forse fanno proprio fatica a sdegnarsi, visto anche il recente successo di Berlusconi, ed è sicuramente anche vero che Grillo ha catalizzato quel mal contento - che non si è espresso in altro modo - con un “movimento” che di “movimento” per certi versi ha poco. Ma cosa c’è di male in questo?
Forse sarò qualunquista, banale e un pochino ignorante ma almeno in qualche modo questa “indignazione” è riuscita ad esprimersi ed ha trovato uno sfogo, sfogo che a differenza di movimenti quali Occupy, gli Indignados, è entrato di forza nel parlamento e non è rimasto più solo in piazza. Noi non abbiamo avuto una Piazza Tharir, Puerta de Sol o Sintagma, e forse questo – purtroppo, o per fortuna, a seconda dei punti di vista – mostra anche una profonda diversità del popolo italiano.
Al tempo stesso, il malcontento ha trovato sfogo in un movimento che ora siede al fianco della casta, minacciandola e promettendo “rivoluzioni dall’interno”. Ne saranno capaci? Forse no, ma è comunque una piccola novità, una piccola, diversa rivoluzione. Se andiamo a guardare inoltre, sono fuori dal parlamento già un bel po’ di ex-fascisti e facce note, e questo per me è già un dato molto positivo.
Abbiamo sempre studiato che le rivoluzioni si fanno sulle strade, e continuo a crederci e ad essere da quella parte. Ma non me la sento neanche di sparare a zero su una piccola scintilla di cambiamento dal di dentro. Il fatto che Grillo e Casaleggio siano due ricchi sessantenni provenienti dalle industrie dell’entertainment e del marketing è purtroppo l’amaro specchio di quello che è l’Italia, l’Europa, ed il mondo occidentale, in questo momento. Se non lo fossero stati non sarebbero in parlamento, questo è certo. Non dimentichiamoci che il problema, a questo punto, è l’elettorato e non solo il candidato. E per entrare nella casta una buona parte della popolazione italiana, distribuita omogeneamente sul territorio, per protesta, per fiducia, per il male minore, per compatibilità di idee, per compatibilità di modi, ha scelto Grillo…e Casaleggio. Se fallissero, se dovesse accadere che anche questo tentativo di combattere la Casta con un’anti-casta se pur simile alla Casta stessa, magari sarebbe la volta buona per fare la rivoluzione. Ma io non credo che questo tipo di Italia sia pronta per fare la rivoluzione, o anche una autogestione sociale. Siamo troppo disuniti, disgiunti, solo ad accusarci gli uni con gli altri, troppa poca cultura della rivoluzione, troppa cultura politico-calcistica, tanto egoismo. In questo clima, non vedo nel Movimento 5 Stelle una tragedia, ma la prima “cosa” che ha saputo tenere unite persone che prima mai lo sarebbero state, se pur con modalità discutibili. Credo nel piccolo nell’autogestione sociale da esprimere, sempre, tutti i giorni grazie all’intelligenza ed alla coesione di pochi  che riescono a mettersi insieme e a lottare contro forze grandi, quindi di fondo ci credo anche io in quello di cui parlano i Wu Ming, ma modero la tragedia della “cattura” di Grillo. O per lo meno voglio dare un po’ di fiducia, a questa nuova forma politica, che decisamente non rientra, non rientrava, nelle mie idee di cambiamento/miglioramento/rivoluzione, ma alla quale forse voglio dare l’ingenua speranza che, in questo paese, in questo momento, sia un modo per risvegliare un po’ di coscienze. Potrei anche sbagliarmi. Sono aperta, a confronti, a cambiamenti, a ripensamenti, anche questo è fare politica, molto più che continuare ad accusare e ad attaccare, fare politica è anche dialogare e confrontarsi.
Tralasciando i Wu Ming apro ora una piccola parentesi sul discorso dei futuri deputati, senatori grillini giovani, ignoranti, inesperti. In questo paese ci lamentiamo sempre dello spazio dato ai giovani, siamo un paese di vecchi e se si guarda all’estero è evidente. A 35 anni in Italia ancora non si hanno prospettive lavorative serie. Per una volta che i giovani irrompono in un lavoro pieno di vecchi è una tragedia. Non hanno esperienza, non sono capaci. La giovinezza non è una dote che determina un buon governante ma non è neanche una dote che ne determina uno cattivo. L’esperienza manca, ma mancava anche a tantissimi candidati del Pdl e del Pd che si sono seduti in parlamento negli ultimi vent’anni ed i danni che hanno fatto sono noti. L’esperienza si coltiva, con intelligenza e anche con modestia ed ascolto, qualità che spero possano avere questi giovani, sulle quali spalle pesa un compito gravoso. Questi ragazzi ora non hanno solo il compito di “governare”, ma anche il compito di farlo bene, su di loro non sono ammessi errori, perché loro sono giovani e “devono ringraziare chissàcchi” - gli elettori - per essere in parlamento così giovani. È un doppio peso, che grava anche su chi entra giovane nel mondo del lavoro. Ti viene continuamente rinfacciato che non hai esperienza ed è un punto in meno, devi continuamente dimostrare di essere capace, più di un vecchio, più di qualunque altro. Ci sono passata e, fatemelo dire, è ingiusto e orribile, pur credendo nell’importanza fondamentale che l’esperienza stessa ha.
Al di là della giovinezza, secondo me non si può generalizzare e possono esserci persone valide tra i giovani e tra i meno giovani, persone valide tra i laureati e tra i non laureati, e viceversa. Quindi, ancora una volta, punterei l’occhio sulle persone e non su un generico “sono tutti troppo giovani e senza esperienza”. Ammetto che, informandomi sulle singole persone, sentendole parlare finalmente, c’è una varietà molto ampia, sulla quale è difficile esprimersi. Ho sentito purtroppo persone che non sapevano mettere in fila due parole e un verbo corretto, ahimè, ma anche persone con una dialettica buona ed interessante (che spesso erano i più giovani!). Ho visto e sentito persone che mi son sembrate ragionevoli, aperte al dialogo, pensanti e persone che mi sembravano pupazzi indottrinati. Ma detto questo mi sono accorta che in passato non sono mai andata a spulciare e a giudicare così tanto dei candidati politici, che nella paura di votare male, malissimo, non mi sono mai letta tante cose come in questa campagna elettorale, non avevo mai aperto il sito della camera o, una per una, le schede dei candidati, e personalmente, già trovo questa cosa un grande passo avanti. Ma al di là del personale, ho notato come, quello di cui ci lamentiamo sui candidati del M5S è quello che abbiamo sempre avuto da tanti, troppi candidati di tutti gli altri movimenti. Eppure in passato mai ho visto tanti attacchi sull’ignoranza, sull’inesperienza, sulla giovinezza o sulla vecchiaia di nessuno di questi, alcuni veramente improbabili candidati. A questo punto credo che sia necessario smetterla, questo è vero qualunquismo. Credo sia molto meglio giudicare le singole persone e non la massa e, come sempre, sono le singole persone che fanno la differenza. È una scommessa. Non è la migliore forma di credere in un governo (che durerà pochissimo), ma non mi pare ci siano molte alternative. Scommettiamo sulle persone buone, ben fatte – che non stanno mai da una parte sola - e continuiamo, ancora una volta, nel nostro piccolo, nel mentre, a coltivare la rivoluzione. Dal basso, dall’interno delle nostre singole coscienze.



Il Movimento 5 Stelle ha difeso il sistema (di Wu Ming dal Blog de L’Internazionale)
Adesso che il Movimento 5 stelle sembra aver “fatto il botto” alle elezioni, non crediamo si possa più rinviare una constatazione sull’assenza, sulla mancanza, che il movimento di Grillo e Casaleggio rappresenta e amministra. Il M5S amministra la mancanza di movimenti radicali in Italia. C’è uno spazio vuoto che il M5S occupa… per mantenerlo vuoto.
Nonostante le apparenze e le retoriche rivoluzionarie, crediamo che negli ultimi anni il Movimento 5 stelle sia stato un efficiente difensore dell’esistente. Una forza che ha fatto da “tappo” e stabilizzato il sistema. È un’affermazione controintuitiva, suona assurda, se si guarda solo all’Italia e, soprattutto, ci si ferma alla prima occhiata. Ma come? Grillo stabilizzante? Proprio lui che vuole “mandare a casa la vecchia politica”? Proprio lui che, dicono tutti, si appresta a essere un fattore di ingovernabilità?
Noi crediamo che negli ultimi anni Grillo, nolente o volente, abbia garantito la tenuta del sistema.
Negli ultimi tre anni, mentre negli altri paesi euromediterranei e in generale in occidente si estendevano e in alcuni casi si radicavano movimenti inequivocabilmente anti-austerity e antiliberisti, qui da noi non è accaduto. Ci sono sì state lotte importanti, ma sono rimaste confinate in territori ristretti oppure sono durate poco. Tanti fuochi di paglia, ma nessuna scintilla ha incendiato la prateria, come invece è accaduto altrove. Niente indignados, da noi; niente #Occupy; niente “primavere” di alcun genere; niente “Je lutte des classes” contro la riforma delle pensioni. Non abbiamo avuto una Piazza Tahrir, non abbiamo avuto una Puerta de Sol, non abbiamo avuto una Piazza Syntagma. Non abbiamo combattuto come si è combattuto – e in certi casi tuttora si combatte – altrove. Perché?
I motivi sono diversi, ma oggi vogliamo ipotizzarne uno solo. Forse non è il principale, ma crediamo abbia un certo rilievo.
Da noi, una grossa quota di “indignazione” è stata intercettata e organizzata da Grillo e Casaleggio – due ricchi sessantenni provenienti dalle industrie dell’entertainment e del marketing – in un franchise politico/aziendale con tanto di copyright e trademark, un “movimento” rigidamente controllato e mobilitato da un vertice, che raccatta e ripropone rivendicazioni e parole d’ordine dei movimenti sociali, ma le mescola ad apologie del capitalismo “sano” e a discorsi superficiali incentrati sull’onestà del singolo politico/amministratore, in un programma confusionista dove coesistono proposte liberiste e antiliberiste, centraliste e federaliste, libertarie e forcaiole. Un programma passepartout e “dove prendo prendo”, tipico di un movimento diversivo.
Fateci caso: il M5S separa il mondo tra un “noi” e un “loro” in modo completamente diverso da quello dei movimenti di cui sopra.
Quando #Occupy ha proposto la separazione tra 1 e 99 per cento della società, si riferiva alla distribuzione della ricchezza, cioè va dritta al punto della disuguaglianza: l’1 per cento sono i multimilionari. Se lo avesse conosciuto, #Occupy ci avrebbe messo anche Grillo. In Italia, Grillo fa parte dell’1 per cento.
Quando il movimento spagnolo riprende il grido dei cacerolazos argentini “Que se vayan todos!”, non si sta riferendo solo alla “casta”, e non sta implicitamente aggiungendo “Andiamo noi al posto loro”. Sta rivendicando l’autorganizzazione autogestione sociale: proviamo a fare il più possibile senza di loro, inventiamo nuove forme, nei quartieri, sui posti di lavoro, nelle università. E non sono le fesserie tecnofeticistiche grilline, le montagne di retorica che danno alla luce piccoli roditori tipo “parlamentarie”: sono pratiche radicali, mettersi insieme per difendere le comunità di esclusi, impedire fisicamente sfratti e pignoramenti eccetera.
Tra quelli che “se ne devono andare”, gli spagnoli includerebbero anche Grillo e Casaleggio (inconcepibile un movimento comandato da un milionario e da un’azienda di pubblicità!), e anche quel Pizzarotti che a Parma da mesi gestisce l’austerity e si rimangia le roboanti promesse elettorali una dopo l’altra.
Ora che il grillismo entra in parlamento, votato come extrema ratio da milioni di persone che giustamente hanno trovato disgustose o comunque irricevibili le altre offerte politiche, termina una fase e ne comincia un’altra. L’unico modo per saper leggere la fase che inizia, è comprendere quale sia stato il ruolo di Grillo e Casaleggio nella fase che termina. Per molti, si sono comportati da incendiari. Per noi, hanno avuto la funzione di pompieri.
Può un movimento nato come diversivo diventare un movimento radicale che punta a questioni cruciali e dirimenti e divide il “noi” dal “loro” lungo le giuste linee di frattura?
Perché accada, deve prima accadere altro. Deve verificarsi un Evento che introduca una discontinuità, una spaccatura (o più spaccature) dentro quel movimento. In parole povere: il grillismo dovrebbe sfuggire alla “cattura” di Grillo. Finora non è successo, ed è difficile che succeda ora. Ma non impossibile. Noi come sempre, “tifiamo rivolta”. Anche dentro il Movimento 5 stelle.

Scritto da Wu Ming - http://www.wumingfoundation.com/

lunedì 25 febbraio 2013

Aspettando...



Ancora non so, non sappiamo, nulla sul risultato definitivo delle elezioni politiche 2013 ma, per quel che mi riguarda, sono già una sconfitta, totale. Il fatto che ci sia ancora così tanta gente che voti Berlusconi, la Lega, il Pdl, per me è un’amara, nuova consapevolezza. Forse sono ingenua ma non me l’aspettavo. Significa che c’è ancora tanta, troppa gente che non si rende conto, che vive in una beata ignoranza e nell’illusione di un paese e di una vita da sogno. Significa che le persone oltre a stare male cercano di avvicinarsi ad un eventuale miglioramento con la via più facile, più rapida, senza pensare al futuro, senza pensare al passato, senza pensare. Mi ero illusa che dopo 20 anni, anche quelle persone che all’inizio un po’ nel sogno ci avevano creduto, si sarebbero rese conto che i sogni non si vincono al super enalotto e che tutt’al più si può sudare, faticare per cercare di guadagnarseli o di avvicinarcisi un po’. E continuare a spendere i soldi per tentare la fortuna al superenalotto potrà pure continuare a farci sognare, potrà pure essere divertente, ma al tempo stesso ci sta buttando sul lastrico, non solo economico ma anche culturale. Ed è proprio il lato culturale di questo paese che secondo me si sta sgretolando a tal punto da inghiottire, nell’ignoranza, tutto il resto: la politica e quel che ne segue. Sono convinta che la cultura sia l’unica base, la prima, di un sistema, civile, politico e di valori che non crolli e non cada su se stesso.
Cultura non significa necessariamente essere intellettuali, sapientoni, presuntuosi sottuttoio. Cultura viene dal latino colere, che significa “coltivare”, ed ora come ora, vinca o non vinca Berlusconi, bisogna ammettere che lui è riuscito a coltivare bene, nelle menti di tanti italiani, l’idea di quel sogno che solo lui può avverare, di quei soldi immediati e facili che solo lui può dare, o restituire.
Tutti gli altri, ed in particolare la coalizione del PD, hanno in qualche modo avuto una sconfitta, non tanto per i numeri ma soprattutto perché non sono stati capaci di “coltivare”, hanno forse perso troppo tempo ad accusare.
Ed ora, ancora, inizierà lo solita gara alle colpevolezze. La sinistra italiana, come sempre, al posto di fare un mea culpa, al posto di costruire e coltivare un antidoto, un sogno migliore, sarà schierata in massa a colpevolizzare gli altri, in particolare Grillo ed il Movimento 5 stelle (che tra l’altro, a mio parere, ha rubato più voti a Berlusconi che alla sinistra: capace pure che senza M5S Berlusconi avrebbe ottenuto molti più voti). Per la sinistra italiana dovrebbe essere un’enorme sconfitta (se pur vincessero numericamente le elezioni) i tanti troppi voti della coalizione PdL ed anche i moltissimi presi dal M5S. Dovrebbero interrogarsi su questo, e sul perché, al massimo, la gente non li abbia dati a loro quei voti, al posto di darli a Berlusconi, o a Grillo. Ma questo non avverrà mai, in questo paese si parla tanto ma è così difficile ammettere le proprie colpe, le proprie debolezze, le proprie incapacità. Si fa l’opposto, si attaccano gli altri, e questo ancora una volta non ci porterà da nessuna parte.
Basta dire è colpa del voto di protesta, è colpa di Grillo (che potrebbe dire lo stesso, è colpa del Pd..), è colpa di questo o di quello. Iniziamo a “coltivare” questo paese e soprattutto la gente che ci vive. È l’elettorato che è sbagliato, e con degli elettori così vincerà Berlusconi o chi al posto suo per anni ed anni. Chiunque voglia fermare questo declino, deve smetterla di accusare, accettare ciò che le persone pensano, vogliono e sognano e cercare, se veramente si vuole cambiare, di “coltivare” persone nuove, di creare una nuova cultura, fatta di nuovi valori e di nuovi sogni. È un arduo compito politico che non è più solo nelle mani dei leader. È nelle mani nostre, di noi tutti, noi amici, noi fratelli e sorelle, noi figli, noi genitori, noi mariti e mogli, coltiviamoci, noi che la pensiamo diversamente, smettiamo di attaccare e creiamo dialoghi, creiamo una cultura nuova, passo per passo, attraverso le piccole cose sino ad arrivare alle grandi. 
Solo una volta ricostruita una cultura più forte - un’anti-cultura più forte fatta di pensieri, parole, ragionamenti, capacità critiche e valutative, anche diverse tra loro - si potranno riempire veramente di contenuti nuovi i contenitori Destra e Sinistra che fanno la politica, quella vera. Prima di allora c’è solo lo scontro becero, quello delle tifoserie delle peggiori squadre calcistiche, che si attaccano e basta, per il gusto di attaccarsi. La politica ora sembra questo, uno scontro tra squadre e tifosi. Ma finché non cambiano gli elettori non potrà cambiare neanche la politica. Se le persone chiedono calcio, è questo ciò che ottengono, è inutile criticare Grillo, Berlusconi, Bersani o chicchessia. I primi a doverci criticare siamo noi stessi, quelli che votano. Aiutiamoci tutti a diventare dei richiedenti politica, cultura politica. Aiutiamoci a sognare un po’ di meno e, magari, a vivere serenamente un po’ di più, senza il bisogno di aggrapparci a disperate illusioni di soldi facili, fama, successo. 

sabato 23 febbraio 2013

A me basta questo_ultime riflessioni


Alcune premesse importanti:
la prima è che, nonostante tutto, credo ancora, fermamente, nella democrazia e nel voto come diritto e dovere del cittadino. Diritto conquistato con anni di lotte, di persone che hanno anche dato la vita per poter scegliere i propri governanti, per poter essere tutti uguali….
Quindi credo nell’andare a votare tanto quanto credo che se nessuno dei candidati mi rappresenta è un diritto anche quello di annullare la scheda. L’ho fatto in passato se pur non a cuor leggero, perché rimane pur sempre un voto/non voto.
Altra premessa è un sistema marcio, a livello nazionale ed internazionale. La politica è fatta di compromessi, ma non è più solo un compromesso fare politica, fare politica è inevitabilmente mettersi in mostra, farsi vedere, finanziare, appoggiare, dai cittadini in ultima istanza ma da lobby in prima istanza, lobby economiche, familiari, bancarie, editoriali, senza le quali anche la visibilità che porta ai cittadini non sarebbe la stessa. Purtroppo in questo sistema marcio devi comunque “avere qualcuno alle spalle” per arrivare da qualche parte. E che strano, sembra che ormai questo valga per la politica ma anche per qualsiasi altro lavoro…
Terza premessa è che queste parole sono il frutto delle mie personali riflessioni alla fine di questa estenuante campagna elettorale, metterle per iscritto mi aiuta a rifletterci su, mi piace poi l’idea di condividerle perché a me leggere pensieri di altri, diversi o simili ai miei, mi aiuta, a riflettere a capire, a confondermi, insomma, mi piace....e chi non vuole è sempre libero di non leggere.
Ritornando al voto e alla convinzione che sia importantissimo esercitarlo, capisco anche coloro che non hanno più fiducia in questo sistema marcio e che scelgono di non votare. Questa scelta non mi appartiene perché significa non credere più nella democrazia, è anarchia, assenza di leader, di governatore….e ce ne fosse uno buono io ancora ci crederei in un leader, in un governatore.
Quindi escluso il non voto, vado a votare. Quest’anno mi sembra particolarmente importante e non mi sento di annullare la scheda come fatto delle volte in passato e allora cerco di capirci qualcosa tra le varie parti.
Ultima principale premessa: nessuno mi rappresenta in toto, fino in fondo, nessun programma mi convince del tutto, nessun leader mi piace, mi attrae e manco mi fa simpatia. Nessuno, e, mentre lo scrivo, la tentazione di annullare la scheda è molto forte.
Sicuramente so chi non votare, so che Pdl, Berlusconi, Lega e tutti i furbetti, maiali, ignoranti, fascisti ad essi connessi non vedranno mai un mio voto. Il problema però è che questa gente (furbetti, maiali, ignoranti, fascisti…) non sono più solo da quella parte, ma ovunque. Il voto meno peggio è diventato difficile perché in qualsiasi posto guardi c’è del marcio.
Bersani, leader della grande coalizione di centro-sinistra per me non è un’ipotesi valutabile. Ha affrontato una campagna elettorale, partendo dalle primarie, accusando gli altri, parlando del perché non votare gli altri e non del perché votare Lui (vizio molto italiano), parlando di fuffa e banalità, senza mai affrontare concretamente mille mila problemi reali – ed in questo è stato molto più bravo Berlusconi con tutte le sue menzogne.
Ma non è solo questo il punto. In Italia vige il sistema proporzionale con premio di maggioranza e soglia di sbarramento. Significa che sì, le elezioni vengono vinte da un coalizione che avrà più sedute ma (dati degli ultimi 20 anni di elezioni alla mano), poco meno della restante metà delle sedute va comunque alla coalizione o alle varie coalizioni che non hanno vinto. Questo rende molto instabile governare, motivo per il quale sono quasi convinta che nei prossimi sei mesi, andremo a ri-votare, ma garantisce in parlamento una presenza omogeneamente legata al voto dei cittadini. Per farla breve significa che tutti i partiti e relativi candidati che vediamo e abbiamo visto negli ultimi vent’anni hanno governato insieme. Certo lottando o discutendo su tante proposte sulle quali avevano idee diverse, ma anche facendo passare e approvando o non approvando proposte sulle quali le idee erano comuni…e quest’ultime non sono poche in sede di voto.
C’è un sito imprevedibilmente molto interessante http://www.camera.it/ in cui si potrebbero andare a seguire pezzo per pezzo le decisioni prese e non prese negli ultimi vent’anni di storia politica italiana e farebbe ridere perché gli ultimi vent’anni sono l’esatto opposto di ogni singola promessa elettorale fatta da qualsiasi partito in campo, e dico qualsiasi.
Non sono esperta ed alcune delle cose lette, lo confesso, neanche l’ho capite o potrei aver fatto confusione, ma potrei citare qualche esempio per poter dare l’idea. Provate dal sito della camera, nel settore ricerca a cliccare F35 e vi si apriranno un sacco di resoconti su questo:

L'Aula della Camera ha concluso l'esame di alcune mozioni riguardanti la partecipazione italiana al programma multinazionale di progettazione, sviluppo e produzione del velivolo militare Joint strike fighter (JSF) F - 35. Di recente, su tale partecipazione ed in particolare con riferimento all'ipotesi originaria di acquisto, da parte dell'Italia, di 131 cacciabombardieri Joint strike fighter, il Ministro della difesa Di Paola, nell'illustrazione del più generale disegno di revisione dello strumento militare davanti alle Commissioni Difesa della Camera e del Senato (seduta del 15 febbraio 2012), ha reso noto che vi sarà un ridimensionamento del programma in quanto "l'esame fatto a livello tecnico e operativo porta a ritenere come perseguibile, da un punto di vista operativo e di sostenibilità, un obiettivo programmatico dell'ordine di 90 velivoli (con una riduzione di circa 40 velivoli, pari a un terzo del programma)".
informazioni aggiornate a mercoledì, 28 marzo 2012

Il 28 marzo quindi il parlamento approva una riduzione di 40 velivoli ed una conferma di 90. Ci costano: 128 milioni di dollari…l’uno!


Non mi soffermo sulla necessità, sulla funzionalità di aerei che altri paesi non hanno voluto (di questi giorni la notizia che gli Americani han smesso di produrli) perché troppo costosi e perché non sicuri (fosse per me inoltre, la prima azione che un partito al governo dovrebbe fare è il disarmo totale, ma questo è altro discorso). Mi soffermo sul fatto che questa mozione è passata con pochissime astensioni. Poiché i nuovi candidati, vecchi politici, sanno quanto sia assurdo tutto questo agli occhi degli elettori in un momento di crisi, in campagna elettorale dicono “bisogna rivedere le spese militari”…ma cosa hanno detto il giorno di voto in parlamento? E’ una spesa utile 128 milioni di dollari ad aereo moltiplicato per 90? Spesa approvata quasi all’unanimità in parlamento e sostenuta come “riduzione” (gli aerei dovevano essere 131)?!

Non credo ci sia molto di più da commentare e questa è una delle mille che si possono trovare: mancate riduzioni delle spese parlamentari, soppressione auto blu, eliminazione finanziamento dei partiti, soppressione immunità parlamentare….perché tutte queste cose non sono state fatte negli ultimi 20 anni ed ora sono nei programmi elettorali?!
E non è solo Berlusconi a dire menzogne, lui è il primo, il re, ma il Pd tutto, e con molte sedute, ha governato (era la maggioranza all’opposizione…) assieme, e tutte queste leggi sono state pronunciate solo in periodi di campagne elettorali come specchietti per le allodole, ma nessuno ha mai concretamente fatto o, semplicemente, non votato una di queste schifose con le quali sono stati confermati finanziamenti, oneri e privilegi per tutti coloro che occupano un posto in parlamento, camera e senato.

È la banale e retorica regola del sono tutti uguali, tutti furbi….ma è così. Anzi forse no. Sono convinta che dentro ad ogni singolo partito (non scommetterei proprio su tutti tutti) ci siano persone che un po’ ci credono in una qualche forma di diversità. E forse le singole persone possono fare la differenza. Non ho dubbi che nel Pd, o in Sel, per citarne alcuni (sì, sono decisamente di parte), ci possano essere singoli, validi individui, e se ne conoscessi qualcuno magari voterei per questi partiti. Ma io non ne conosco alcuno. Bersani per me è uguale a Berlusconi e la presunzione e il nulla su cui ha costruito questa campagna elettorale non ha rafforzato il parere che avevo di lui. Inoltre si alleerà con Monti – sul quale basti dire che corrisponde al governo delle banche - che a sua volta è alleato con Casini e Fini, ecco fatto un governo di sinistra che si allea con dei fascisti, di quelli veri. In passato ho votato e creduto in Vendola anche, ma come tutti gli altri non solo non ha mantenuto promesse elettorali, ma addirittura, soprattutto in politica estera – questione secondo me molto importante di cui nessuno però in campagna elettorale si è troppo soffermato a parlare – Vendola ha fatto dei volta faccia che non posso, personalmente, non considerare.

Insomma il meno peggio in questo escursus proprio non viene fuori. Ma arriviamo al fenomeno Grillo. Nella passate elezioni, regionali, non ho votato movimento 5 stelle ed anzi l’avevo fortemente criticato, anche perché nella regione Piemonte, dove voto, aveva tolto molti voti alla sinitra di Mercedes Bresso che sconfitta, aveva lasciato posto alla terribile Lega.

Con il passare dei mesi dopo il voto confesso di essermi vergognata, dopo aver ancora una volta scelto il meno peggio, di aver dato il mio voto alla coalizione Bresso che ha mostrato valori ed idee nettamente diversi da quelli della campagna elettorale….cerco di farla breve, insomma anche qua voltafaccia e delusione. Avrei forse dovuto annullare la scheda.

Per tornare a Grillo innanzi tutto trovo odioso quanto un sacco di gente “di sinistra” tramite social network ed altri mezzi perda veramente così tanto tempo a denigrare e ad attaccare Grillo ed il movimento 5 stelle, dimenticandosi che in lista alle elezioni c’è un possibile futuro di Berlusconi, per dirne uno che alla sinistra proprio non piace….o di fascisti ben peggiori di alcuni atteggiamenti di Grillo che neanche a me piacciono ma che, sinceramente, considero l’ultimo dei problemi in una paese che ha una scelta elettorale tanto tragica.

Quindi tralascio il fatto che possa piacere o non piacere un uomo urlante su un palco, che non va in televisione (ma come, e tutta la critica alla televisione che tanta gente di sinistra fa, dov’è finita?!), e passo al programma. Leggendo il programma 5 stelle non mi trovo decisamente d’accordo su diversi punti, ma invece mi trovo ovviamente d’accordo con altri.

Potrei votare movimento 5 stelle, e non voglio stare a fare l’ennesima lista del perché sì e del perché no, io ho fatto un semplice ragionamento. Per me sono tutti uguali e non voglio sentire che Grillo è fascista, perché allora Fini che salirà al governo con Monti/Bersani/Vendola?! Vogliamo andare a vedere da dove arriva?!

Grillo innanzi tutto non entrerà in parlamento ma è un comico rappresentante di facciata di un movimento che presenta tutta una serie di volti nuovi, più o meno convincenti.

Ma ancora sono stufa di questa politica mangia soldi degli ultimi vent’anni ed inizio a pensare che chiunque si sieda su certe poltrone diventi orwellianamente un maiale. In questa prospettiva, dopo vent’anni di promesse in cui nulla è cambiato, da ogni parte, io almeno ci metto dei maiali nuovi su quelle poltrone. Maiali che non ci sono mai stati prima, diamo la possibilità a gente nuova di arricchirsi, facciamo girare questi privilegi e queste ricchezze, gente nuova che fa danni almeno se ne vadano a casa tutti gli altri. Questa nella peggiore delle ipotesi, perché poi mi piacerebbe pensare che veramente tanti dei punti elettorali del M5S possano avverarsi così come mi piacerebbe pensare che altri non si avverino. Alcuni dei candidati grillini non mi piacciono affatto e anche a sentirli parlare sembrano molto ignoranti, ma, il problema è che posso dire lo stesso di una marea di altri candidati. Chi c’è stato sino ad oggi in parlamento ce ne siamo scordati?! Ma uno come ad esempio Borghezio è forse meglio di un operaio cagliaritano senza una laurea in lista col Movimento 5 Stelle?! Maiali, maiali grassi e ignoranti ci han mangiato in testa per vent’anni. E’ un’utopia cambiare? Forse sì, ma magari è meno utopico mandare a casa gli ignoranti cafoni presuntuosi degli ultimi 20 anni per rimpiazzarli con un’incognita, che alla peggio farà le stesse porcherie, ma ripeto, almeno sono persone, famiglie diverse, facciamo girare la ricchezza che gli diamo.
Io voglio cambiare decisamente gli ultimi 20 anni della politica italiana, e se devo passare per il rischio di far sedere a fare i maiali facce nuove…..beh, credo che ci passerò.

Come se non bastasse penso anche che tra 6 mesi o poco più si rivada a votare. E questa la trovo una grande occasione, perché potrebbe essere un tempo di riflessione per vedere come si comporteranno questi improbabili nuovi candidati e come i vecchi politici a vedersi spazzati via dalle loro poltroncine. Insomma di tante cose che non mi convincono di questo movimento in questa tragedia elettorale penso di potergli dare una fiducia, la fiducia di chi non ha speranze, di chi sta messo talmente male da votare il meno peggio. Non ne vado fiera, ma in questo momento mi sembra questo il mio meno peggio. E tanto è nato dopo aver fatto un giro sul sito della camera. Andatevi a vedere i nomi, chi sono, cosa fanno, le delibere…..verrà da piangere…ma vi renderete anche conto che è da più di vent’anni che questi stanno tutti – da un lato e dall’altro – tutti seduti là. Ed io, a questo tutto, nel non sapere chi votare, voto uno che non conosco, che non approvo….ma che almeno non c’è mai stato là dentro.
Non credevo sarei arrivata a tanto. Ma non credevo neanche che la politica potesse arrivare a tanto. È vero, il trionfo di questo movimento è sicuramente il trionfo della scontentezza, ma cosa c’è di male nell’urlare di essere stufi? Basta fare gli intellettuali, qua la gente non arriva a fine mese, è insoddisfatta, non vive più, che male c’è nel desiderare un cambiamento radicale?

Non voterei questo movimento perché credo sia la migliore scelta politica del momento, lo voterei perché credo che sia il male minore, un modo per manifestare scontentezza per tutti gli altri. Sarò una banale populista, ma non credo possa esserci di peggio e non riesco a spiegarmi l’odio indiscusso per questo movimento di tutte quelle persone che dovrebbero perdere il loro tempo a cercare di evitare un altro Berlusconi o il ritorno del fascismo, quello vero.

Credo e rispetto il concetto di destra (quella storica che in Italia non esiste più) e di sinistra, ma al tempo stesso credo che questi due concetti in questa società vadano rivisti, forse vanno svuotati e poi riempiti di nuovo di contenuti perché a furia di false promesse, cambiamenti di idee e di ideologie, l’attuale classe politica ha finito per svuotarli dai contenuti veri e profondi che le due parti hanno avuto. Grillo ha successo perché la maggior parte della gente che lo vota non sa più neanche cosa sia e cosa significa destra e sinistra. E questa è colpa di una classe politica che per 20 anni ha distrutto la politica ed i relativi concetti, quelli di una volta, ad essa connessi. Inoltre Grillo parla al singolo, parla a persone di persone, come fanno le persone comuni e dopo che per 20 anni le persone comuni si sono sentite prese in giro dalle idee e dalle ideologie di destra e di sinistra, non mi meraviglia che ritornare all'attenzione del singolo, al singolo per il singolo possa far colpo, possa avere fascino...

Quindi, non mi preoccuperei di Grillo, che trovo un fenomeno normale in tale malcontento. Prima di attaccare Grillo e decostruire le sue idee, bisogna costruire da qualche altra parte, e questo, evidentemente nessuno è più capace di farlo.
Preoccupiamoci di istruire noi stessi ed i nostri figli, di fermare l’ascesa di personaggi come Berlusconi che sulla negazione di se stesso, sulla menzogna, sulla creazione della cultura VIP sta creando l’Italia del futuro….
Più che di Grillo io mi preoccuperei di quanta gente ancora voterà Berlusconi, che sarà lo specchio di un’Italia veramente marcia e da buttare. Per quello bisogna lottare, non per il popolo 5 stelle che mi sembra lo specchio di un’italia stanca, che pur di un cambiamento reale, è disposta ad allontanarsi del tutto da ciò che negli ultimi 20 anni ha promesso, senza mai cambiare, ma solo distruggendo. Ma insomma, come si può biasimare questa gente? Io mi preoccuperei di ben altro. Ma la sinistra di oggi invece cosa fa? Si allea con ex fascisti e punta il dito ai nemici, senza capire, senza osservare e senza fare un mea culpa…perché anziché finirla di attaccare Grillo non ci si chiede come mai tutta questa gente lo segua? Perché l’unica spiegazione al fenomeno viene data dalle parole populismo, ignoranza, fascismo, pecore e non si analizzano un po’ più a fondo i motivi veri? E poi ci meravigliamo se Grillo ottiene consensi? Perché vedo verso Grillo un accanimento che non ho mai visto nei confronti di Berlusconi? Fa così paura qualcuno che dice di voler mandare tutti a casa e non fa paura Berlusconi che ha creato l’Italietta degli ultimi 20 anni (ma non era solo…) e che rischiamo di ritrovare comunque in parlamento, anzi lo ritroveremo a governare ancora con il Pd ma semplicemente, in caso di “vittoria” Pd, a proporzioni invertite?! Mi sembra la solita follia. Mi sembra tutto già vissuto, nel 2008, nel 2006, nel 2001…non vado più indietro perché non votavo ancora…


Mancano poche ore e non so ancora se darò il mio voto al Movimento 5 Stelle, ma comunque non mi sento di attaccarlo e non mi sento di votare chi ha avuto 20 anni di possibilità.
A me basta questo. Per non votare questi qua: http://www.camera.it/368