giovedì 29 ottobre 2009

Lettere contro la guerra

Anni di sfrenato materialismo hanno ridotto e marginalizzato il ruolo della morale nella vita della gente, facendo di valori come il denaro, il successo e il tornaconto personale il solo metro di giudizio..senza tempo per fermarsi a riflettere, preso sempre più nell'ingranaggio di una vita altamente competitiva che lascia sempre meno spazio al privato, l'uomo del benessere e dei consumi ha come perso la sua capacità di commuoversi e di indignarsi. E' tutto concentrato su di sè, non ha occhi né cuore per quel che gli succede attorno
T. Terzani
www.tizianoterzani.com

mercoledì 28 ottobre 2009

Lunedi 12 Ottobre 2009

Lunedì 12 Ottobre 2009
Sono confusa.
Viviamo in un paese, in un mondo che sembra stia cadendo a rotoli, ed io vorrei fare, dire qualcosa, anche se delle volte mi sembra che tutto abbia un suo corso in mezzo al quale nessuno può fare nulla. Per ora rifletto.
Già, perchè una riflessione mi sembra il minimo da cui partire. Non tanto per aprir bocca, ma piuttosto per aprirla dopo almeno aver riflettuto un pò, perchè a me sembra che viviamo in un paese, in un mondo, dove è troppo poca la gente che apre la bocca senza aver troppo riflettuto.
E di questo proprio oggi ho avuto un esempio clamoroso. Stamattina ero a Milano, mi dirigevo in stazione per prendere il treno ed il caso ha voluto che mi trovassi vicino alla caserma dove è esplosa la bomba. Ciò che mi ha lasciata, veramente senza parole, sono stati i commenti delle persone per strada ad i quali poi, si sono aggiunti, tornata a casa, commenti di perfetti sconosciuti che ho letto su un social network, Facebook. Riporto alcuni di questi ultimi, per altro del tutto simili a quelli che ho sentito uscire dalle bocche delle persone che erano con me sull’autobus.
Questo era il titolo del post: ATTENTATO A MILANO - Libico fa esplodere Bomba davanti ad una Caserma.
Questi alcuni commenti:
- Io neanche lo soccorrerei!!!
Torna da quel porco di Gheddafi!
- bastardo islamico del cazzo
- rimandiamoli a casa loro ‘sti bastardi senza rispetto.....
- che schifo...........ma la colpa è nostra che continuiamo a farli entrare in Italia!!!
- continuiamo a farli entrare...........poi quando salterà per aria il duomo vedremo......
- è solo un antipasto...dobbiamo ringraziare chi ha aperto le frontiere in maniera indiscriminata e se vogliamo risalire a cause remote troviamo sempre la sinistra che con le sue riforme sballate eliminò l'educazione al lavoro dall'ordinamento scolastico italiano...HANNO SAPUTO SEMINARE SOLO VENTO...! QUESTA E' LA VERITA' ...PER CHI NN HA GLI OCCHI FODERATI DI MORTADELLA...
- Non siamo noi che siamo xenofobi razzisti e quello che vi pare!!!
Sono loro che vengono qui a rompere i coglioni anche qui ora!!!
E non andate in giro a sparare cazzate con l'integrazione!
Perchè non ci sarà mai finché ci sono queste merde in giro per il mondo!
Che sono anche capaci di uccidere la propria figlia perchè frequenta un Cristiano!...
I ridicoli siete voi!!!
Fate pena bigotti e ipocriti!!!
Ma rendetevene almeno conto di come siete messi!!!
- tornatevene al vostro paese!!! avete rotto i coglioni islamici di merda!!!!!
-e già.... la colpa e' degli italiani... porcodio cosa mi tocca sentire!!!!!! se cominciassimo a sparare in testa o a tagliare colli come fanno loro vediamo se gli viene voglia di fare i pagliacci qui da noi.... e comunque,bravi disfattisti,insegnategli a mettercelo nel culo chiedendo "perfavore".....
- questi immigrati sono proprio degli sprovveduti...possibile che nessuno dei nostri internazionalisti sinistri gli abbia insegnato dove avrebbe avuto un maggiore impatto mediatico quella bomba? cosa stiamo aspettando che alzino il tiro per prendere coscienza di questo problema? ma siamo diventati allocchi fino a questo punto!? e poi come si fa a paragonare i nostri emigranti con questi che nn hanno né arte e né parte?ma vi siete bevuti completamente il cervello???

Inorridisco, di fronte a queste parole, nonostante potrei riportarne altrettante di critica alle stesse, non riesco a crederci. Ed invece è così.
Sino a ieri mi stupivo – a volte, solo a volte - di come gli italiani avessero potuto eleggere il presidente che ci ritroviamo. E del teatrino degli ultimi mesi, l’unica cosa che pensavo avesse un senso è che avrebbe risvegliato un pò le persone da un sonno. Ma così non è.
Viviamo in un teatro perenne, in cui tra l’altro tutti sono gli attori, a destra, a sinistra, al centro, i politici le prime donne, il popolo il resto. Perchè anche noi singoli cittadini sappiamo a memoria tutta la recita, la sappiamo mettere in scena e senza neanche aver studiato, aver capito, ci improvvisiamo attori. Tanto non è importante ciò che si dice. Forse non lo capiamo nemmeno. In Italia mi sembra che si sia perso completamente il senso della realtà ma tutti sanno interpretare quanto avviene. Ogni singolo cittadino italiano ha in mano la chiave del successo. Siamo tutti Berlusconi.
Ma in che paese stiamo vivendo? Che futuro ci stiamo creando?!
Stiamo costruendo ignoranza prima di tutto. Perchè gli unici input che riceviamo sono quelli della televisione, dei cartelloni pubblicitari, internet, qualche giornale....
Completamente abbagliati da uno stile di vita fondato sull’apparire, in cui l’obiettivo è il guadagno, il successo, i soldi. Non solo averli ma mostrarli.
Leggere un libro, informarsi, cercare di capire, essere aperti, aperti alla conoscenza, ai pareri degli altri, al dialogo. Di questo ci siamo dimenticati perchè ormai tutti sanno tutto.
La politica è diventata un tifo calcistico, si sceglie se tifare per l’una o per l’altra squadra e si tifa mettendo in campo qualsiasi carta. Ma nessuno sembra ricordarsi cosa è la politica, nomi come Aristotele, Socrate, ormai evocano solo un’antichità superata, a chi la evocano. Perchè nessuno sa più cosa è la cultura. Facciamo pure le riforme della scuola. Che rabbia, che tristezza.
C’è tanta retorica, ci sono troppe parole, ovunque ti giri, pronte sulla bocca di tutti ad accusare, a giudicare, a distruggere qualcuno. Ma tutti possiamo oggi essere distrutti perchè stiamo tutti collaborando ad un degrado morale, civile, senza precedenti.
Non sono tra quelli che si adeguano al corso degli eventi perchè tanto un singolo gesto non può fare nulla. E’ dal singolo gesto che si parte, dalla volontà del singolo, per propagazione, si cambiano anche altre volontà. Delle volte vorrei gridare, urlare, scendere per strada e strattonare la gente che cammina, come allucinata, dalla fretta, dagli impegni.
Camminare per strada mi fa vedere persone come pedine che si sono dimenticate di cosa è la vita, frustrate, poco serene, aggrappate ad una quotidianità instabile. L’essere umano quando sta male ha bisogno di sfogarsi ed ecco forse spiegato tanto odio, tanto malessere.
Stiamo male, neanche ce ne rendiamo conto ed il nostro male si sfoga nella tifoseria politica, od anche in quella calcistica che è diventata quasi una guerriglia urbana, il nostro male si sfoga nella guerra allo straniero, nell’odio verso il vicino che ha l’erba più verde, nel rancore verso chi ci sembra stia meglio, nello schifo verso ciò che non comprendiamo, nel tentativo di fregare tutti per tutelare i propri interessi, non importa con quali conseguenze o con quali mezzi. Siamo diventati gli animali sociali più individualisti della storia. E non ci accontentiamo più solo di esserlo, stiamo passando alle azioni. Almeno a me questo sembra.
Ed è per questo che vorrei scendere in strada ed urlare anche io, vorrei prendere per le spalle le persone e agire anche io, mi vengono le lacrime agli occhi e questo è il mio sfogo. Perchè così non si può vivere, non è l’odio che crea la vita, non è l’intolleranza, non è la mancanza di rispetto verso le cose e verso gli altri, non è l’amore per sé stessi. Dove ci porterà tutta questa finzione, dove?
E questa finzione è soprattutto frutto di ignoranza. Stiamo diventando bestie, facili da gestire, facili da izzare tutti gli uni contro gli altri, facili da dividere. Perchè siamo ignoranti, perchè non abbiamo più curiosità né rispetto, perchè stiamo male ma soprattutto perchè non ci stiamo rendendo conto che stiamo perdendo la nostra dignità ci stiamo auto-calpestando eppure siamo tutti convinti di essere migliori rispetto agli altri tutti che si sentono migliori.
Ognuno di noi ha la propria sacrosanta verità, ognuno di noi ha il diritto di averla e il dovere di difenderla. Ma per questo non si può rinunciare ad ascoltare. Chiudersi non è la soluzione, lottare neanche. Solo un mondo di apertura, di dialogo e di curiosità verso l’altro e il diverso, che sia un uomo, o un modo nuovo di intendere la vita, o una religione, solo un’apertura calma e pacifica può aiutarci a sopravvivere.
Chiusi nelle nostre fortezze di pregiudizi moriremo soli nella rabbia e nell’orgoglio, continuando a non capire.
Apertura non significa cambiare le proprie convinzioni, semplicemente convincersi che ce ne sono altre. Capirle poi è altro ancora. Ma fermarsi ad ascoltare è già un grande passo avanti.
Quello che oggi ho sentito io è stato il rumore di una piccola bomba, a cui ne sono seguite altre, silenziose ma altrettanto dolorose, frutto della stessa ignoranza, della stessa chiusura, dello stesso buio futuro.

Adele Mosiello

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Parole.
Ne cerco il senso, anzi, cerco di dare un senso e subito mi perdo tra simboli presenti solo nella realtà dell’anima mia. Mi domando cosa sia giusto fare come sia giusto scrivere e quanto sia bello e necessario lasciarsi trasportare dai sensi e dal sentimento, nonché dal suono. In quante parti bisogna dividersi per riuscire ad esprimere, e come poi bisogna ricomporre l’unità. Mi domando. Quanto sia necessario inseguire delle regole, imporsele, e quanto poter essere liberi di violarle, coscientemente, ed essere capaci di andare oltre con classe ed eleganza. Mi domando. Chi può giudicare la bellezza, se esiste la bellezza o se sia solo sentimento e perchè dovrei preoccuparmi allora della bellezza, della forma, dello stile, se alla fine ciò che conta è creare reazioni. Ma quali sono le reazioni giuste, quelle che fanno ricordare, quelle che fanno sbalordire, quelle che fanno sentire e basta, quelle che fanno pensare, quelle che non sembrano reazioni, quelle che potrebbero essere ma non sono. E le relazioni poi, mi domando.
Sono la prima a cadere nell’oscurità delle parole, come un infame sortilegio che non riesco a domare, sono io ad essere domata da esso. Non riesco a fare a meno del nascondermi dietro figure impressionistiche che apparentemente eliminando il senso, donano proprio lo stesso senso alle parole che altrimenti non so che forma potrebbero assumere. Che contorsione e che emozione il pensiero di poter incastrare così tante lettere in un prestabilito ordine imprevedibile. Ma sarò io capace di farlo?! Ed in che modo?! La scrittura di coscienza è forse fin troppo semplice, è quella scrittura che altro non deve fare se non seguire il ritmo del cuore ed alla quale si può perdonare incostanza e peregrinazione. Ma poi la comprensione altrui quanto deve essere importante, come deve essere agevolata od ostacolata. E’ eccitante il pensiero di poter dominare l’ordine delle parole, allo stesso tempo spaventa il paradosso, l’incontrollabilità del controllo, in cui mente, cuore e corpo si fondono per dar vita. E’ vita quella che prende forma e dunque perchè alla fine porsi così tante domande e non lasciarsi solo trasportare dal ritmo del cuore che batte, perchè non ignorare il giudizio....ma allora per chi scrivo, per cosa, per quale ragione o meglio, per quale emozione.
Scrivo per me perchè libero le pulsazioni del cuore in una forma che nulla ha di deciso nel momento in cui tutto fluttua senza alcun controllo. E’ troppo bello.
Scrivo per esprimere fluttuazioni invisibili alle quali il cervello spreme una forma assolutamente improbabile, non può che uscirne un rebus continuo, non può che volare oltre la comprensione. Ma dovrei poi forse evitare ridondanze, scorrettezze, errori volutamente cercati per me o per altri?! A chi devo render conto e fare favori?
E’ il desiderio di far leggere ad altri che ancora non so quanto m’appartenga e quanto sia giusto trasformare in obbligo una forma che per ora scorre seguendo unicamente il flusso delle vene. E’ forse un adagio, ancora un lusso potersi perdere nell’incantesimo delle parole senza scadenza, senza forma, senza tentativi. Ho ancora la possibilità di lasciarmi rapire da un incosciente flusso di coscienza, senza alcun legame. E’ ancora tutto così facile. Perchè privarmene?

Una musica dolce.
E la mano che si lascia trascinare dai battiti del cuore.
E la sensazione che non sto in questo mondo a quest’ora ma che possa volare ed andare dove mi pare.
Basta un soffio di vento, il vento delle parole che può trascinarmi ovunque. Abbiamo una magia segreta noi esseri umani, ed ancora che cerchiamo il segreto del successo. Possono e riescono ad incastrarci nei modi peggiori eppure conserveremo sempre le parole. Possiamo allora scappare, andare in qualsiasi paese, in qualsiasi mondo, in qualsiasi epoca, possiamo essere chiunque ed ovunque allo stesso momento ed in tempi differenziati. Abbiamo la fantasia, con i sogni possiamo metterla in moto, con le parole esprimerla. Vivo e sopravvivo ma le parole non mancano mai di fornir legna al fuoco che arde nel mio petto.