La
mia esperienza Brasiliana è giunta al termine, dopo
tre mesi e mezzo rientro in Italia, piena di immagini e ricordi di un paese che
mi ha colpita e che, sono certa, mi rivedrà a
breve. Felice di tornare un poco a casa, ma anche triste di dover lasciare il
Brasile a fine lavoro, senza avere la possibilità di
esplorare e conoscere di più.
Senza visto e con un
passaporto che sta per scadere, sono uscita da Rio illegale, con un visto già
scaduto da 8 giorni e con un visto nuovo che mi aspetta in Paraguay ma che non
posso ritirare finché non avrò
rinnovato il passaporto.
Fermata in aeroporto dalla polizia federale spiego le
cose come stanno e a loro volta mi spiegano che mi faranno un timbro sul
passaporto, la prossima volta che rientrerò in
Brasile dovrò pagare una multa, o
almeno così sarebbe stato ma un
benevolo destino ha voluto che il mio nome non venisse accettato dal programma
che registra questa procedura. Dopo diversi tentativi mi sorridono e mi dicono
che per questa volta sarei rientrata in Italia, senza multa e senza dover
pagare nulla al rientro in Brasile. È il destino che già mi
apre le porte per un altro viaggio in Brasile? Voglio credere di sì.
Eccomi
quindi sopra un aereo pronta ad affrontare 12 ore di volo con influenza
intestinale, che sono riuscita a prendere l’ultimo
giorno prima di rientrare.
Ultimo giorno piovoso, invernale –
sempre d’inverno Brasiliano parliamo, quindi 18/20 gradi – in
cui nonostante i mali alla pancia ho mangiato in un delizioso “bistrot
tropicale”, forse una delle cene migliori a Rio ed in cui in taxi,
di notte, con i vetri bagnati dalla pioggia, guardando fuori mi sono ripetuta
che non vedevo l’ora di conoscerla meglio
questa città che penso essere
difficile e meravigliosa.
In questi tre mesi e mezzo Brasiliani ho scoperto,
fatto, visto e imparato tante cose nuove.
Per la prima volta nella mia vita ho
messo piede nel continente Americano. Sono stata assalita da una nuvola di
zanzare. Ho visto una delle zone umide tropicali più
grandi del mondo, patrimonio umanità. Ho lavorato in una
lingua di cui, appena arrivata, non sapevo più di
dieci parole e dopo 3 mesi sono riuscita a scrivere documenti, inviare email e
tenere riunioni (ringrazio i miei "aiutanti" e sostenitori per questo
rapidissimo apprendimento di portoghese). Ho mangiato della frutta di cui non
sapevo l'esistenza e frutta che conoscevo ma con un sapore nettamente
differente. Ho bevuto l’acqua di cocco. Ho
imparato che i Brasiliani sono lentissimi e noi in Occidente abbiamo sempre
fretta e che se imparassimo, non dico ad essere lenti, ma quanto meno ad
accettare la lentezza, forse saremmo tutti molto più
felici. Ho visto dei cieli, delle nuvole a qualsiasi ora del giorno e della
notte che non riesco a descrivere a parole, perché
quando si dice che i colori del Brasile sono diversi, è
proprio vero.
Ho scoperto che i Brasiliani tengono molto alla cura del corpo ma
al tempo stesso non guardano e non giudicano le persone per il loro aspetto
fisico e che la magrezza e la grassezza per loro sono concetti ben distaccati
dalla bellezza, e quindi il bello e il brutto non in tutto il mondo sono legati
al peso ed all’aspetto fisico. Ho provato
anche io ad adattarmi a questa nuova mentalità ma
ho anche capito quanto sia legata a quella occidentale sentendomi
decisamente inadeguata davanti a corpi di statuarie Brasiliane in bikini
mozzafiato e sentendomi inevitabilmente attratta davanti ai corpi di statuari
Brasiliani che girano a dorso scoperto in qualsiasi luogo e a qualsiasi ora. Ho
conosciuto tante persone speciali sulle quali non mi soffermo, ma magari ora
stanno leggendo questo post, e son certa che loro sanno di essere loro e quindi
dico grazie. Sono stata su una piroga attraversando un affluente del Rio delle
Amazzoni ed ho fatto il bagno in un fiume nella foresta Amazzonica.
Ho visto
insetti ben giganti ed ho avuto il coraggio di non svenire a guardarli. Ho
visto tanta povertà, troppa, ma anche tanta
gioia.
Ed ho poi visto anche tanta ricchezza, ma anche tanta tristezza. Ho
lavato i vestiti col sapone nel lavandino dell’albergo. Ho visto persone fare running con una pistola in mano. Ho visto pappagalli coloratissimi, tucani, scimmiette e capivara a spasso per le città.
Ho
mangiato tantissima carne e bevuto tantissima birra, ma anche cachaça,
farofa, tapioca ed altre mille prelibatezze. Ho comprato delle collane di semi
per gli amici e le ho dovute buttare perché
sono state divorate da un non so quale strane insetto. Ho conosciuto l’ospitalità e
la solidarietà dei Brasiliani sempre
pronti ad aiutarti anche senza averti mai conosciuto. Ho fatto il bagno in una
cascata da libro della giungla.
Mi sono annoiata delle volte, ma anche
divertita tantissimo altre, arrabbiata e infastidita ma anche rasserenata e
tranquillizzata. Ho visto i coccodrilli, i piranha ed i coccodrilli mangiare i
piranha. Ho vissuto e visto come il popolo Brasiliano è
arrabbiato, incazzato, nei confronti di una classe dirigente corrotta che sta
divorando le potenzialità di un paese in pieno
sviluppo e potenzialmente ricchissimo. Ho appoggiato le idee di questo popolo
Brasiliano incazzato che ha approfittato degli occhi del mondo puntati sul
paese per farsi sentire e vedere. Ho visto e vissuto tante contraddizioni, ma
quale posto del mondo non ne ha...Ho scritto, una parte qualcuno l’avrà
letta, e credo che questa scrittura sia anche stata sintomatica di quanti
stimoli questo paese mi abbia dato.
Dopo
queste poche parole scritte in aereo, mi sono addormentata.
Avrei voluto approfondire e continuare questo
post, ma tanti racconti si sono persi nei ricordi della memoria e nella
narrazione che ne ho fatto a voce alle singole persone….quindi su questo Blog
chiudo così il primo viaggio in Brasile, prima esperienza nel nuovo continente che mi
aspetta là, immenso e pieno di cose ancora da vedere e da scoprire.
Até logo Brasil!
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