lunedì 16 settembre 2013

Vacanze: Corsica in tenda


Quando per lavoro si è spesso in giro per il mondo, progettare una vacanza diventa molto più complicato di quanto si possa immaginare. Bisogna innanzi tutto porsi un obiettivo: riposarsi, viaggiare e vedere – ancora! – nuove cose, divertirsi….
Il mio per quest’anno, dopo più di 3 mesi in giro per il Brasile era fondamentalmente quello di riposarmi con alcune “regole” da rispettare tra cui  zero voglia di salire nuovamente su un aereo.
Riposare in agosto per me significa mare, mare e ancora mare ma un bel mare, tanto sole e tanti bagni con maschera e pinne, un buon libro, una rivista inutile, un gelato per merenda, un giro in barca, una birretta gelata al tramonto in spiaggia e grandi mangiate di pesce. 

Detto questo ed escludendo l’aereo ho iniziato ad esplorare l’idea di un’isola nel mediterraneo, pronta – ma forse non abbastanza – a prezzi alti e confusione dei vacanzieri d’agosto, ma per una volta mi sembrava quasi bello poter far parte di quella fascia di lavoratori che vanno in ferie ad agosto e lasciano la città afosa nelle mani di più o meno fortunati.
Dopo diversi ragionamenti, le Isole del Mediterraneo ancora da me inesplorate si riducevano a Corsica e Isola d’Elba. Parentesi: Sardegna e Sicilia non le ho escluse solo perché le conosco molto bene ma anche perché i prezzi dei traghetti, specialmente della Sardegna, nelle settimane centrali d’agosto raggiungevano cifre che sulle altre isole mi avrebbero permesso di pagarmi una intera settimana di vacanza. È vero, avrei potuto aspettare settembre prima di andare in vacanza ma con il lavoro che faccio non si sa mai quello che può accadere ed avrei anche rischiato di dover annullare tutto. Ad agosto, dopo circa due anni, avevo finalmente la certezza di essere “libera”, “disoccupata”, “in ferie”?!
Quindi inizio ad informarmi, tramite amici, sulle possibilità e sulle caratteristiche delle due Isole. L’Isola d’Elba mi tentava di più per le dimensioni ridotte, decisamente adatte al mio desiderio di riposo. La Corsica mi tentava di più perché tutti dicono che è molto bella, ma è anche abbastanza grande e non avendola mai vista mi trovavo in difficoltà nel conciliare il desiderio di riposo e di viaggiare poco con il desiderio di guardare e conoscere un posto in cui non ero mai stata.
Senza tirarla troppo per le lunghe è stata un’offerta sui biglietti del traghetto a farmi scegliere la Corsica. L’idea iniziale era quella di girare massimo due o tre località (tra quelle consigliate da chi già c’era stato) dormendo in B&B e affittacamere, senza prenotare nulla. Guardando un po’ su internet e sotto suggerimenti di amici vari, ho notato che nelle famigerate settimane centrali d’agosto tutto ciò sarebbe stato molto rischioso ed anche prenotare in anticipo sembrava arduo. L’alternativa sarebbe stato il campeggio al quale sono più che abituata, anche se confesso, erano ormai un po’ di anni che non aprivo più una tenda. In un primo momento il campeggio però è stato scartato, sempre nell’ordine della comodità e con il desiderio di girare poco e non so per qualche altro motivo.
Ad un certo punto però il progetto iniziale si è trasformato, non so neanche io bene come, e l’avventura tenda si è imposta, con quel che di elettrizzante che l’accompagnava le primissime volte che, da adolescente, me ne andavo in giro spensieratamente, rinforzata dal fatto che non ho poi mai portato con me il ricordo di fatica, scomodità o quanto altro….
Quindi si parte, tenda nuova in macchina, di quelle vendutissime che in pochi secondi, diciamo minuti, si dovrebbero montare e smontare, più poche altre cose. Al tutto si è aggiunto un altro piccolo cambiamento d’intenti: muniti di tenda “veloce” l’obiettivo in due settimane è diventato quello di fare il giro intero della costa Corsa, da Bastia dove avrebbe attraccato il traghetto scendendo verso sud sulla costa orientale sino a Bonifacio e poi risalendo a nord sulla costa occidentale, un’idea quasi nulla delle tappe principali e tanta improvvisazione.
Ultima cosa prima di partire è stata decidere la prima tappa, che voleva essere un bel posto dove rilassarsi per qualche giorno prima di iniziare il giro….dopo un consiglio e un giretto online, la scelta ricade sulla Baia della Rondinara, campeggio vicino al mare, a metà strada tra Porto Vecchio e Bonifacio. Si parte.
Erano un sacco di anni che non prendevo un traghetto e non mi ricordavo neanche più come si facesse, che non è che poi ci voglia una laurea. Partenza alle 22.00 da Genova arrivo a Bastia alle 08.00 del mattino. Nell’offerta nave erano incluse le poltrone, scomodissime per dormire, un semplice posto ponte invece ti dà la possibilità di arrangiare, provvisto di sacco a pelo, una sistemazione decisamente più comoda. Dopo una notte praticamente insonne, l’arrivo a Bastia è sorridente, sembra già bella la Corsica, il mare piatto ed un inizio di mattinata con un’aria frizzante.

Il tragitto sino alla Baia della Rondinara non sarebbe stato lungo, se non fosse stato il 13 agosto. Traffico intenso, spesso congestionato da rotonde che rendono le poche strade non del tutto scorrevoli, per farla breve 5 ore per percorrere 150 km. Traffico a parte in questo primo tratto non ho trovato alcun riscontro sulle pessime condizioni delle strade - strette e con precipizio laterale senza protezione alcuna - che diverse persone mi avevano prospettato prima della mia partenza.
Nonostante avessimo la tenda ero preoccupata circa la disponibilità di posti in campeggio ma siamo riusciti a trovare un posto proprio nel camping che avevamo puntato e che, neanche un’ora dopo il nostro arrivo, portava l’insegna “Complet”.
La Baia della Rondinara ci ha ospitato per 5 giorni, il campeggio a 15 minuti di passeggiata dal mare ed una baia quasi tropicale hanno favorito questa prima pausa di completo relax. 

All’inizio è stato un po’ sconfortante vedere l’incredibile numero di persone che ogni mattina si riversava nella baia, così come l’incredibile numero di barche che si avvicinavano sin troppo alla riva, ma per fortuna è bastato essere un poco più esploratori e camminare quei 15 minuti in più per trovare un autentico angolo di paradiso dove trascorrere intere giornate al mare. 

All’ombra di un albero, alle spalle una piccola laguna e davanti un mare smeraldo, una spiaggetta un po’ più appartata che ci ha fatto distrarre dalla baraonda dei vacanzieri.

La tenda inoltre detta dei ritmi naturali - come la sveglia presto, con le prime luci, il primo caldo, ed i primi rumori del campeggio – che permettono di arrivare in spiaggia in un orario insolito e particolarmente piacevole.
Campeggiare, in genere, è stata una bella ri-scoperta. All’inizio ho fatto quasi un po’ fatica, abituata ormai agli alberghi in cui spesso risiedo per lavoro, ma il campeggio offre poi una prospettiva sulla vita decisamente diversa e rigenerante (pur nell’ambito delle mille possibilità e comodità in cui può essere fatto). Il contatto con la natura aumenta esponenzialmente, ma anche la necessità di adattarsi, di sapersi organizzare (anche solo per andare in bagno e lavarsi i denti) e di essere ordinati per condividere il poco spazio che, specialmente in una tenda, si ha a disposizione. È anche un poco tornare bambini, quando si costruiscono le capanne, ma farlo sul serio ed essere pronti al vento, alla pioggia ed alle formiche che ti invadono se dimentichi una briciola di pane da qualche parte.
Se avessi un figlio lo porterei in campeggio, penso che per un bambino possa essere una importante esperienza di crescita, di autonomia, di contatto con la natura e di adattamento che le città, specialmente quelle di oggi, purtroppo non offrono.
Detto questo, in questi primi 5 giorni con base alla Baia della Rondinara, provvisti di guida abbiamo esplorato un po’ i dintorni.
A proposito di guida apro una piccola parentesi sulla deleteria dipendenza da Lonely Planet. Dico deleteria perché avere una Lonely Planet tra le mani non so più dire se sia una guida utile o una caccia ai luoghi più turistici che si possano trovare o ancora una caccia a file di Italiani con un’altra Lonely Planet tra le mani che fanno la coda perché tutti vanno alla ricerca degli stessi 5 posti che sono scritti sulla guida. Che poi probabilmente la stessa cosa si può dire della Routard per i francesi. Ma allora mi domando anche, una volta che un ristorante o un albergo viene inserito su di una guida ad alto consumo, diventa inevitabilmente un posto turistico (soprattutto, immagino, se è nella fascia di prezzi media e qualità buona)? Certo se si è alla ricerca di qualcosa di “non turistico” girare con una Lonely Planet in mano non è forse la maniera migliore. Io con queste guide mi sono sempre trovata bene, ma ammetto che negli ultimi anni invece ho notato che si sta abbassando molto la mia empatia con esse e soprattutto diventa sempre più difficile trovare disponibilità in alberghi e ristoranti segnalati perché sono ovviamente tra i più gettonati (e non necessariamente tra i migliori). È pur vero che andare in un posto senza guida (e senza conoscere nessuno) significa inevitabilmente fare la conta tra il più e il meno turistico senza avere nessuna garanzia.
Per chiudere questa parentesi penso che il futuro e l’evoluzione di questa situazione sia o trovare un’altra ottima guida meno gettonata, o scrivere una anti-lonely planet o meglio ancora andare in posti in cui qualcuno è già stato o in cui si conosce qualcuno che possa consigliare dove dormire, dove mangiare, cosa fare. Penso sia questo il vero futuro del viaggiare: il consiglio, il passaparola, la conoscenza tramite altri che sono già stati o che vivono, provengo dai posti che si va a visitare.
Detto questo ritorno ai cinque giorni di riposo alla Baia della Rondinaia che, come dicevo, sono stati corredati da un po’ di giri nei dintorni, tra cui Porto Vecchio, la meravigliosa Bonifacio

 – cittadina arroccata su pareti di calcare bianco a strapiombo sul mare che da sola vale un viaggio in Corsica - un giro in barca per vedere le grotte di Bonifacio 

e le Isole Lavezzi, ad un passo dalla Sardegna, 


e la spiaggia di Palombaggia che dicono essere tra le spiagge più belle della Francia (su questo non sono assolutamente d’accordo, anzi, già solo la Baia della Rondinara ha delle spiagge decisamente più piccole ma anche decisamente più belle). Il giro in barca devo dire è stato meraviglioso, anche perché, oltre al fatto che adoro andare in barca, la Corsica è sì molto bella ma anche molto selvaggia e per vedere le insenature più belle e le spiagge meno affollate, una barca - un fuoristrada in alcuni casi o un paio di scarpe da trekking in altri - fa decisamente la differenza.
Al sesto giorno in Corsica decidiamo quindi di levare la tenda, nel senso letterale della parola, per dirigerci verso Ajaccio dove fare tappa per visitare la città e i dintorni. Ah, la chiusura della tenda in pochi secondi è stata meno tragica di quanto mi aspettassi, ero pronta ad infilare la tenda intera nella macchina, ma non ce n’è stato bisogno!
Dopo 130 km di strada non particolarmente brutta ma comunque unica corsia e qualche tornante nella parte interna, dove bisogna scavallare diversi meravigliosi montagnoni, siamo arrivati ad Ajaccio dove questa volta il campeggio che ci eravamo prefissati, l’unico in prossimità della città, era pieno. Siamo stati quindi tentati di rimanere una notte in albergo ma anche in questo caso tutti gli alberghi consigliati dalla guida erano pieni, abbiam quindi parcheggiato la macchina e fatto pranzo e giro a piedi per il centro di Ajaccio per poi proseguire verso nord.

Di nuovo in macchina senza sapere bene verso dove, abbiamo finalmente trovato le strade strette con strapiombo sul mare di cui ci parlavano, ma anche la strada paesaggisticamente più suggestiva. Infatti dirigendosi verso nord, verso Calvi per l’esattezza ma lungo la costa, si attraversano le montagne interne di un verde intenso, sino ad arrivare a Les Calanques de Piana, una bizzarra formazione rocciosa di granito a 400m sul livello del mare, patrimonio dell’umanità dell’Unesco. 


Passarci in mezzo, oltre alla vista mozzafiato, fa una certa impressione, le strade strette e senza protezione, se non quella delle rocce stesse, fanno un poco effetto Gardaland, ma capitarci, come è successo a noi, al tramonto, non ti fa resistere dal fare una sosta per fermarti ad ammirare l’arancione roseo che queste rocce emettono con il sole che cala.
Vista l’ora e vista la bellezza del posto ci siano fermati in un campeggio molto selvaggio ma anche molto bello a metà strada tra le rocce, la foresta ed il mare, proprio sopra il paesino di Porto, piccolo e suggestivo. 

Il giorno dopo, senza sapere nulla, abbiamo scelto una insenatura a caso, ed abbiam raggiunto una spiaggetta pietrosa molto carina, molto poco affollata e con il fondale marino più bello e soprattutto ricco di quelli che abbiam visto in Corsica: mille varietà di pesci, polipi, una murenetta…

Tenda veloce, altro smontaggio e via ancora verso il nord: Calvi. Il viaggio è stato, di nuovo, particolarmente interessante per scorgere l’interno montuoso di quest’isola che credo valga un altro viaggio.
Raggiunta Calvi il nuovo obiettivo è stato quello di cercare un campeggio comodo, vicino al mare e c’era l’imbarazzo della scelta di quei campeggi un po’ meno belli ma comodi, da famiglie e dai prezzi decisamente più elevati. Altro montaggio veloce e via sul lungomare che regala uno bello scorcio della cittadina, sempre arroccata, di Calvi. 

Il mare di per sé non era male, se non fosse stato per miriadi di alghe secche che, pur non essendo sporcizia – e questo i corsi tendono a sottolinearlo con diversi cartelli che spiegano l’importanza per l’ecosistema marino della presenza di queste alghe - a me non piacciono. Il giorno dopo rimanendo nello stesso campeggio, abbiamo preso la macchina per dirigerci in un’altra spiaggia consigliata da guida, ma non solo: la Plage de l’Ostriconi. 

La solita congestione da rotonda ma poi abbastanza facilmente arriviamo alla spiaggia, subito prima c’è un bellissimo punto panoramico per vederla dall’alto e notiamo che è particolarmente affollata. Desiderosi di una spiaggia un po’ più isolata torniamo indietro di qualche km per dirigerci su una spiaggia che dall’alto aveva dei colori mozzafiato ed era decisamente meno affollata, la Plage de Lozari, una magnifica distesa di sabbia incorniciata da un paesaggio montano e campestre, con acqua turchese che appena bagni i piedi diventa subita alta, una meraviglia. 

Maschera e pinne e mi tuffo immediatamente, neanche il tempo di fare due bracciate e mi ritrovo in mezzo a tre belle medusine di quelle piccole e cattivine, che paura. Esco dall’acqua e la giornata passa a fare lo slalom tra meduse e a raccogliere dalla riva quelle morte trascinate dalla corrente. Dicono che dove ci sono le meduse il mare sia bello e pulito, in effetti l’acqua era particolarmente limpida.
Ultima notte nel campeggio fighetto che poi così fighetto neanche era e di nuovo si parte per raggiungere un po’ più a nord Saint Florent, un piccolo porticciolo vicino a quello che è il “ditone” della Corsica. Anche questa volta scegliamo un campeggio vicino al mare, decisamente più selvaggio, sembra molto carino e per vivere al meglio la natura decidiamo di metterci in un luogo non proprio piazzola un po’ più isolato dalle luci e dalla confusione. Campeggio economico e con un wi-fi gratuito presso il baretto che dopo 10 giorni di isolamento dal mondo ha palesato la mia dipendenza da internet che stonava decisamente con il mio desiderio di isolamento e natura selvaggia.
Montata la tenda andiamo a goderci la spiaggia davanti al campeggio, mediamente carina e con un sacco di stelline marine in acqua. 

Con base in questo campeggio decidiamo per i giorni seguenti di fare un’altra o forse due gite in barca per raggiungere due spiagge altamente suggerite non raggiungibili in macchina: la plage du Lodo e la plage de la Saleccia.
Ma prima di passare a queste gite, il primo giorno, rientrando dal mare, vedo vicino alla nostra tenda una signora urlare e una serie di persone che si avvicinano a lei. Incuriosita mi affaccio ed il marito della signora mi spiega che è passato un serpentino e lui l’ha inseguito per ucciderlo ma poi mentre faceva le foto si è infilato in un albero….dietro la mia tenda!!! Mi mostra le foto mentre a me già tremavano le gambe. Cerco di non pensarci, vado a fare la doccia e non riesco a non guardare di continuo per terra, ma presto il terrore scivola via, distratta da altro. Giorno seguente, programmata gita in barca, sveglia all’alba. Il tempo non è dei migliori e dopo un po’ di attesa al porto la capitaneria non da autorizzazione alla partenza. Si rientra in campeggio, colazione e, nonostante il vento molto forte progettiamo di andare a fare una passeggiata in un percorso lungo costa. Devo ripassare dal campeggio a prendere gli scarpini da trekking e ne approfitto anche per lavarmi i denti dopo la colazione. Rientrando verso la tenda, da sola, vedo nell’anticamera una coda infilarsi…sembrava una coda di una lucertola ma memore del serpentino del giorno prima mi paralizzo (per fortuna avevo già infilato le scarpe da trekking) e sbatto un piede per terra, vedo il bel serpentino nero a pallini bianchi passarmi davanti e scivolare via fuori dalla tenda sino a non so dove. Per quanto mi abbia fatto meno paura vederlo dal vivo che nelle foto il giorno prima, tempo 10 minuti stavo svuotando la tenda per spostarla – il campeggio era carino, i dintorni anche e non avevo voglia di rinunciare al wi-fi gratuito! – questa volta tanta è stata la paura che il mio desiderio di avventura e isolamento è momentaneamente scomparso e la nuova piazzola era davanti alla strada, davanti ai bagni, davanti ai bambini che giocano, davanti all’ingresso del campeggio, davanti alle luci e davanti a qualsiasi cosa che non inviterebbe nessun serpente a farsi vedere in zona!
Terminato il riposizionamento della tenda si parte per una bellissima passeggiata, nonostante il fortissimo vento. 

La Corsica è bella anche da camminare e poi che meraviglia dopo una bella camminata fermarsi a fare un bagnetto rinfrescante tra gli scogli, un panino sotto il sole e pronti per ripartire!

Il giorno seguente siamo riusciti ad andare in barca alla Plage du Lodo, una distesa di sabbia bianca e mare turchese – con qualche medusina – meraviglioso sino ad una certa ora, perché pian piano arrivano sempre più barche cariche di turisti che riempiono la spiaggia. 


Beh, forse si è capito che non amo le spiagge molto confuse e certo agosto non è quindi il mese migliore per andare al mare, ma insomma, uno ci prova sempre a ricavarsi un posticino di tranquillità.
Purtroppo Saleccia non è stato possibile raggiungerla.
Penultimo giorno in Corsica, ultimo giorno in tenda, decidiamo di passare infatti l’ultima notte a Bastia in un alberghetto vicino al porto per prendere la nave all’alba. Lo scavallamento da Saint_Florent a Bastia, passando per Patrimonio, regala altri suggestivi paesaggi.

Infine grandi passeggiate a Bastia, un’ultimo bagno al mare, un’ultima mangiata di pesce in un posto da guida (Routard questa volta ma la situazione è sempre la stessa) e si concludono così due settimane di giro della Corsica. 

Siamo andati un po’ a naso, un po’ guidati dai consigli e un po’ dalla guida. Sono sicura che in Corsica ci sono molti altri posti belli da vedere, non è facile da girare, è sì piccola ma molto selvaggia ed agosto inoltre non è sicuramente il periodo migliore.
Nonostante questo ho visto un sacco di bellissimi  e variegati colori.
Au revoir, o ancora meglio in corso, avedeci!